Pdl, l’accordo c’è giovedì il voto al Senato

ROMA – Ma nel Pdl – in attesa della versione definitiva del ddl intercettazioni – si dà ormai per scontato il via libera da parte dell’ufficio di presidenza e, già giovedì, il voto del Senato.


– Se domani ci presenteranno gli emendamenti che abbiamo concordato – spiega un’autorevole voce dei finiani – non vedo quali problemi possano esserci e non vedo quali riunioni avremmo dovuto fare oggi. Anche se certo sarebbe stato meglio poter vedere le modifiche con un po’ più di calma…


Dopo un lunghissimo braccio di ferro, con crisi di maggioranza più volte sfiorate, si dovrebbe dunque chiudere oggi la partita sulle intercettazioni che, anche se come prefazione ad un libro, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a definire ‘’uno strumento utile di cui però, purtroppo, nel nostro Paese si tende ad abusare, e spesso con intenti che non hanno nulla a che vedere con la giustizia, ma piuttosto con il pettegolezzo e il gossip di bassa lega.


L’accordo politico non mette però al riparo il testo dall’eventuale ricorso alla fiducia. Nella maggioranza, infatti, non la si esclude a priori. E con l’iter parlamentare della manovra che incombe – viene lasciato intendere – i tempi del dibattito non possono essere dettati dall’ostruzionismo dell’opposizione.


Berlusconi, che rientra a Roma proprio in funzione dell’ufficio di presidenza, riconosce che quella che si apre sia per il governo e la maggioranza una settimana cruciale. E alla riunione di palazzo Grazioli non si discuterà solo di intercettazioni o – come da ‘ordine del giorno’ – di doppi incarichi, organizzazioni delle feste di partito e convocazione dei consigli comunali. I vertici del partito non poranno non affrontare anche le questioni della stretta sulle donne in pensione a 65 anni – che l’Ue chiede al nostro paese e che il consiglio dei ministri dovrebbe affrontare già nella prossima riunione – e delle modifiche alla manovra, alle quali Berlusconi ha aperto, a patto che il saldo di 24,9 miliardi resti invariato.


Dei dettagli della manovra economica il premier discuterà nei prossimi giorni con il Capo dello Stato in una visita al Colle che segue le telefonate di cortesia del Cavaliere per informarsi della salute del Presidente, dopo il lieve malore che ha colto Giorgio Napolitano a Torino. Nei giorni scorsi Berlusconi ha confermato che, anche accettando ragionevoli proposte dell’opposizione, la manovra potrà subire poche e ben definite modifiche, come quelle al comparto Difesa, che lo stesso premier ha promesso al ministro della Difesa ed ai vertici delle Forze dell’Ordine la sera del Carosello dei Carabinieri a Piazza di Siena. Ma per evitare l’assalto alla diligenza in Parlamento, i cambiamenti dovranno essere concordati dagli esponenti di vertice della maggioranza.

Ed è anche per discutere di questo che, questa sera, ci sarà una riunione di deputati e senatori finiani (alla quale Gianfranco Fini non prenderà parte) per ipotizzare possibili proposte di modifica alla Finanziaria, a partire dalla cedolare secca sugli affitti. Di manovra il premier parlerà certamente anche oggi alla Assemblea di Federalberghi e mercoledì a quella di Confartigianato, nel quadro della ‘strategia’ di comunicazione che il Cavaliere ha intenzione di proseguire per spiegare agli italiani quella che a suo giudizio non è solo una manovra di sacrifici ma anche di sviluppo e di nuove opportunità.