Premio Strega, la Dante ha scelto Silvia Avallone

La scheda firmata rappresentativa del voto della “Dante”, sulla base dell’accordo firmato con la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, è stata consegnata alla scrittrice dal presidente Bruno Bottai durante una cerimonia a Roma alla presenza del presidente della Fondazione Bellonci Antonio Maccanico, del criticoletterario Walter Mauro, e del vicepresidente vicario del comitato di Roma di Giovanni Di Pejo.

Nella classifica finale delle preferenze comunicate dai circoli di lettura dei comitati italiani della Società Dante Alighieri coinvolti nel progetto “La Dante allo Strega 2010”, Silvia Avallone si è aggiudicata il primo posto con 25 voti, dopo un testa a testa con Francesco Recami, autore di ‘Prenditi cura di me’ (Sellerio).

Seguono nell’ordine Lorenzo Pavolini, con ‘Accanto alla tigre’ (Fandango), e, pari merito, Matteo Nucci, con ‘Sono comuni le cose degli amici’ (Ponte alle Grazie), e Paolo Sorrentino con ‘Hanno tutti ragione’ (Feltrinelli). Questo evento dimostra come la Società Dante Alighieri – ha sottolineato Bottai – si impegni “non solo nella diffusione della lingua italiana ma anche sul piano della promozione della sua letteratura”. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Fondazione Bellonci, Antonio Maccanico, perché con questa modalità di voto – ha detto si conferisce al premio “una maggiore trasparenza e autorevolezza nella selezione dei candidati al premio”.

Sul significato del titolo, ‘Acciaio’, scelto e quasi “imposto” alla casa editrice dalla stessa Avallone si sono soffermati tutti i relatori che hanno preso parte alla cerimonia, notando come questo titolo riporti alla memoria il realismo socialista ma anche il futurismo.

Il titolo ‘Acciaio’, nato dalla lettura di una poesia di Caproni “mi ha sempre ricordato il sostrato del pianeta con cui abbiamo a che fare e su cui tutti andiamo a sbattere: la materia nuda e cruda” ha detto la Avallone. Il romanzo della giovane scrittrice
piemontese racconta, attraverso una struttura e un linguaggio che si rifanno alla tradizione ottocentesca e al
neorealismo, la storia dell’amicizia tra due adolescenti di Piombino, Francesca e Anna, e della loro difficoltà
di trovare una strada per crescere serenamente in un ambiente povero e popolare come quello dei
quartieri operai.

“Un ruolo importante, in positivo e in negativo lo gioca la famiglia – fa notare Di Pejo –
mentre il padre scruta la figlia, la madre restituisce alle due giovani la normalità e la quotidianità della
vita”. “È importante in una storia – ha detto la Avallone – far emergere anche il dolore che spesso incarna la
famiglia, dove nonostante tutto si trova sempre la volontà di volere bene e di donare qualcosa a qualcuno”.

La scrittrice, che probabilmente in autunno sarà ospite del comitato di Ginevra della Società Dante Alighieri per presentare il suo romanzo, ha ricevuto inoltre una copia in bronzo della scultura di Dante a Malta. “Questo voto – ha concluso la Avallone – rappresenta per me un incoraggiamento a proseguire,
incoraggiamento che serberò per il futuro”.