Gaza, Israele apre l’inchiesta

Il ministero della Difesa israeliano condurrà un’inchiesta militare interna sul fiasco in cui si concluse l’assalto
alla Mavi Marmara, la nave umanitaria turca dove i soldati dello Stato ebraico uccisero nove attivisti. Alla
guida dell’inchiesta è stato nominato il generale Giora Eiland.

La decisione della Difesa arriva in attesa del via libera di Washington alla commissione che dovrà verificare tutta la vicenda, nei suoi risvolti non solo militari ma anche dal punto di vista della legalità internazionale. Il panel che Benjamin Netanyahu vorrebbe mettere in piedi è tutto interno a Israele ma non sarà approvato dal governo se prima non arriverà l’ok degli Stati Uniti.

Più digeribile all’amministrazione americana potrebbe renderlo la presenza di due giuristi internazionali, di cui uno americano, che lo Stato ebraico vede bene nello status di osservatori. La commissione, afferma Haaretz, potrebbe anche avere l’incarico di verificare la legittimità dell’embargo a Gaza.

Nella Striscia la situazione peggiora di giorno in giorno. I buoni propositi di Israele di permettere l’accesso dei beni di prima necessità nella Striscia di Gaza sonorimasti lettera morta. A denunciarlo è un’organizzazione israeliana per i diritti umani secondo cui l’esercito continua a impedire il trasporto di aceto, coriandolo e giocattoli nel territorio palestinese.

Secondo il Gisha legal centre for freedom of movement, nei tre anni di chiusura della Striscia di Gaza, i prodotti permessi sono passati da quattromila a 97. In un supermercato israeliano, per fare un paragone, è possibile trovare tra i 10 e i 15mila prodotti. Secondo il rapporto stilato da Gisha, sono proibiti beni che non possono avere alcuno scopo militare, come lo zenzero, la carta e gli strumenti musicali.

“Israele” si legge nel documento, “impedisce il trasporto nella Striscia di Gaza di grossi blocchi di margarina a uso industriale, ma non dei panetti piccoli per il consumo domestico, così come di gomma, colla e nylon necessari per fabbricare assorbenti, ma non degli assorbenti stessi”.

Ogni mese possono entrare solo 2.300 camion, contro i 10.400 permessi prima del blocco. Per fare un paragone, ogni giorno entrano a Manhattan, che ha la stessa popolazione della Striscia di Gaza, circa 50mila camion.

È in questo quadro che pesa laminaccia dell’Iran, che soffia sul fuoco dicendosi pronta a scortare le navi umanitarie. E non giova al rasserenarsi degli animi il ritrovamento di altri due palestinesi uccisi nell’attacco israeliano a una imbarcazione di Hamas che tentava di raggiungere il nord dello Stato ebraico.