Il premier contro la Costituzione: «Un inferno l’impianto istituzionale»

ROMA – L’attuale architettura istituzionale, stabilita in una Costituzione ormai ‘’datata’’, rende un ‘’inferno’’ l’attività di governo in Italia. Silvio Berlusconi torna a criticare alcuni aspetti della ‘’Carta che, come dimostra la parte relativa alle imprese, è figlia di una serie di compromessi fra democristiani e comunisti’’. Parole che scatenano le critiche dell’opposizione, ed in particolare di Pier Luigi Bersani che chiede al premier di smetterla di ‘’attaccare la Costituzione’’.

Quando sale sul palco di Confartigianato l’umore del premier sembra buono. Prima si abbraccia con il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, mettendo da parte le tensioni di qualche settimana fa, poi – dopo averne lodato la relazione – scherza con il presidente Giorgio Guerrini.


– Se non avessi già avuto un no da Emma – dice – farei anche a te la proposta di fare il ministro. Una battuta a cui segue un messaggio più serio:

– L’attività del governo e del Parlamento nel fare le leggi, se vista da dentro, è un inferno.

Non che manchino ‘’buone intenzioni’’, aggiunge, ma il problema è una ‘’architettura istituzionale che rende difficilissimo trasformare questi progetti in leggi concrete e operanti’’. Insomma, rimarca Berlusconi, la ‘’costituzione è molto datata’’ ed è figlia di una serie di compromessi di matrice ‘’cattocomunista’’, in cui ‘’non si parla quasi mai di impresa e mai di mercato’’.


Ecco perchè, aggiunge, bisogna modificare l’articolo 41. Frasi che provocano l’immediata reazione dell’opposizione.

– A Berlusconi dico: tu hai giurato su una Costituzione, se non ti piace vai a casa – gli risponde il leader del Pd Pier Luigi Bersani.

L’altro passaggio politicamente rilevante nel discorso del presidente del Consiglio è quello relativo al ddl intercettazioni. Nel difendere il giro di vite proposto dalla maggioranza, ribadisce che avrebbe preferito un testo più stringente.

– Questa legge – sostiene – non risolve tutti i problemi, ma è un primo passo importante: cercheremo di migliorarla più avanti.

Parole tuttavia che, almeno stando all’opinione prevalente nella maggioranza, non presagirebbero ritocchi ad un testo su cui si è faticosamente trovato un compromesso. Berlusconi difende poi la Protezione Civile, negando che esista una ‘’cricca’’ che ha lucrato sugli appalti. Ma se questi sono i passaggi politicamente più scottanti, il fulcro del suo intervento è incentrato su altro: e cioè sulla volontà di avviare una ‘’stagione di liberalizzazione’’ che spazzi via l’attuale ‘’oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica’’.

Il Cavaliere – che si rivolge alla platea chiamando ‘’colleghi’’ gli artigiani – promette un’incisiva azione di semplificazione, per arrivare ad un sistema in cui non servano più ‘’permessi, autorizzazioni o licenze’’, tipici di uno Stato ‘’totalitario’’. Un percorso di lungo termine che avrà il seguente calendario: domani (oggi, ndr) approderà in Cdm lo sportello unico per le imprese; entro l’autunno la proposta di statuto per le Pmi sarà legge; ed infine, prima della fine della legislatura, si arriverà ad un codice unico del fisco. In attesa che questi progetti diventino realtà, Berlusconi invita i delegati della Confartigianato a puntare sull’immenso mercato della Cina. Un Paese straordinario che ‘’se non avesse avuto il comunismo sarebbe padrone del mondo’’.