Intercettazioni, Ddl al Senato. L’opposizione annuncia battaglia

Roma – Il ddl intercettazioni continua ad agitare il dibattito politico. In attesa che il provvedimento vada all’esame del Senato questo pomeriggio spunta l’ipotesi fiducia.


– Questa legge non risolve tutti i problemi, è un primo passo, cercheremo di migliorarla più avanti – annuncia intanto il premier Silvio Berlusconi. Il Cavaliere precisa che chi si oppone al provvedimento è solo «una piccola nomenclatura e lobby di magistrati e giornalisti».


Questa mattina, i 12 emendamenti al ddl intercettazioni presentati ieri dal relatore Roberto Centaro (Pdl) sono stati sottoposti al vaglio della commissione Giustizia di palazzo Madama, insieme ai circa 50 subemendamenti delle opposizioni. Le votazioni sulle proposte di modifica sono in programma a partire dalle 13.30. Come stabilito, poi, dal presidente del Senato Renato Schifani, l’aula tornerà a occuparsi del ddl a partire dalle 15 di oggi, anche se sui lavori pende l’ipotesi che il governo possa porre la questione di fiducia.


Pier Luigi Bersani, a ‘Repubblica Tv’, annuncia «una forte battaglia parlamentare».


– Ci vuole rispetto del Parlamento – ha detto – . E’ difficile fare opposizione con Berlusconi perché questi meccanismi populistici rischiano di portare acqua al suo mulino.


All’attacco anche il leader Idv Antonio Di Pietro.


– Se Berlusconi davvero pensa che siano solo quattro gatti a essere contrari al ddl sulle intercettazioni, si sbaglia di grosso – dice -. E lo sfidiamo, nel merito, con il referendum che promuoveremo una volta approvata questa ennesima legge vergogna.


Dal canto suo, iul leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini sostiene:


– Il Parlamento non rilascia timbri, per cui mi auguro che non venga posta la fiducia, che ci sia un dibattito ampio, che si rafforzi il senso di legalità del ruolo della stampa, perché così non va. Chiaramente, se non ci sarà tutto questo, il nostro voto sarà contrario.


«Blindare un testo – si legge poi nell’editoriale di Danilo Paolini su ‘Avvenire’ – che si trova all’esame del Parlamento, in questo caso il ddl sulla disciplina delle intercettazioni telefoniche e ambientali, non è mai una pratica consigliabile, in democrazia».