Gaza, Israele apre sul blocco

Israele è pronto ad alleggerire il blocco di Gaza in cambio dell’accettazione da parte della comunità
internazionale di una inchiesta ‘soft’ sull’arrembaggio alla Mavi Marmara.

Secondo il Daily Telegraph
un documento messo a punto dalla diplomazia britannica parla di un accordo “quid pro quo” che farebbe il
paio con l’intenzione israeliana di condurre un’inchiesta sulla legittimità del blocco imposto a Gaza e del blitz
costato la vita a nove persone imbarcate sulla flottiglia carica di aiuti diretta a Gaza purché a indagare siano giuristi israeliani, diplomatici stranieri e due osservatori internazionali.

Israele, secondo il Telegraph, si è già detto disponibile – in linea di principio – a permettere il passaggio di una quantità più consistente di aiuti nella Striscia di Gaza attraverso i valichi controllati dall’esercito.

Una notizia che farà piacere soprattutto alle agenzie internazionali che vedranno la risicata lista di beni consentiti sostituita da una di oggetto vietati. Meno contenta la Turchia, che con ogni probabilità vedrà svanire ogni possibilità di chiamare l’esercito israeliano a rispondere della morte di nove turchi durante l’abbordaggio della Mavi Marmara.

Di fatto, anche se funzionari israeliani lo negano, l’ipotesi di accordo è il frutto dell’interesse sempre più calante nei confronti di un’inchiesta internazionale sui fatti al largo di Gaza. Ne ha preso atto il ministro degli Esteri
britannico William Hague, secondo cui potrebbe essere accettabile “un’inchiesta con una presenza internazionale”, sposando di fatto l’idea israeliana di una indagine interna con la partecipazione di un paio di osservatori statunitensi.

Proprio sulla composizione della Commissione di inchiesta Netanyahu ha consultato sette ministri del suo gabinetto per stilare le linee guida. La partecipazione degli Usa, aveva avvertito ieri il Dipartimento di stato, sarà “un elemento essenziale” per la credibilità dell’inchiesta. Il premier israeliano ha già messo nero su bianco che i soldati non potranno essere interrogati e la commissione di inchiesta dovrà utilizzare le conclusioni cui ha portato l’indagine interna dell’esercito. Potrà invece essere ascoltato il capo di stato maggiore.

Resta lettera morta la proposta britannica di creare una forza marittima internazionale che insieme agli israeliani dovrebbe perquisire tutte le navi dirette a Gaza prima di permetterne l’attracco: Israele ha sottolineato che il pieno controllo sulle acque di fronte alla Striscia non è in discussione.

Intanto il premier russo Vladimir Putin, che aveva minacciato di sostenere alle Nazioni Unite la necessità di un’inchiesta internazionale, ha avvertito Israele: incidenti come quello della Mavi Marmara non devono ripetersi.