Manovra, Pd in piazza il 19 giugno

ROMA – La decisione è stata annunciata dal segretario Pier Luigi Bersani per il quale la manovra è sbagliata sia sul piano dei conti pubblici, sia su quello delle politiche economiche e sociali.
”Preoccupazione” per la decisione è stata però espressa dall’ex popolare Beppe Fioroni, il quale teme che il Pd ripeta l’errore compiuto da Berlusconi nel 1996 quando si oppose all’Euro.


– Abbiamo letto queste misure – ha detto Bersani, allineato con le posizioni del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani – e siamo sempre più convinti che non ci porti da nessuna parte, che fra un anno saremo daccapo, avendo dato un colpo ai redditi medi e bassi e agli investimenti che possono portare un po’ di lavoro e crescita.


Insomma, il decreto Tremonti manca il primo obiettivo, quello della finanza pubblica, anche perchè sono sbagliate alcune misure.


– Qui i numeri ballano – ha proseguito Bersani – ho letto la relazione tecnica in cui Tremonti dice di aver fiducia di recuperare in due anni dall’evasione fiscale 13 miliardi di euro. Secondo me non li vede neanche con il binocolo, con le misure che ha preso. La grossa evasione fiscale l’ha già lasciata andare, questo è uno dei lati zoppicanti di una manovra che ci preparerà qualche sorpresa tra qualche tempo.


La preoccupazione maggiore è però sociale. Colpendo solo le fasce medie e basse, direttamente o indirettamente (con i tagli dei servizi degli Enti Locali), sarà inevitabile una sofferenza di questi ceti, con in più una contrazione della domanda e del Pil.


– Solo il lavoro e la crescita – ha detto il segretario del Pd – danno senso alla parola rigore.
Di qui la decisione di portare l’opposizione fuori dal Parlamento.


– Noi ci opporremo – ha spiegato Bersani – ci mobiliteremo con manifestazioni locali e con una iniziativa centrale a livello nazionale a Roma il 19 giugno al PalaLottoamatica. Presenteremo un’altra politica economica e cercheremo di dare voce ai protagonisti sociali più colpiti dalle misure del governo.


Non per nulla proprio oggi è cominicato un giro di incontri con le parti sociali, a iniziare dalla Uil e da Rete Imprese. Il 19 giugno verranno presentate le proposte elaborate oggi dalla Consulta Economico-Finanziaria guidata da Stefano Fassina. Il nucleo consiste nell’alleggerire le tasse su lavoro e imprese e innalzare quelle sulle rendite finanziarie (esclusi i Bot), ivi compresi i capitali rientrati con lo scudo di Tremonti, e stringere i bulloni sull’evasione. Proposte che saranno trasformate in emendamenti da presentare in Senato.
Dissonante la voce di Beppe Fioroni che si è detto ”preoccupato” che il Pd faccia lo stesso errore di Berlusconi, che il 9 novembre del 1996 portò in piazza san Giovanni i militanti del centrodestra contro la manovra di Prodi che permetteva l’ingresso nell’Euro.


– Mi auguro che contrasteremo in Aula la manovra – ha detto Fioroni – con proposte forti e grande senso di responsabilità e saggezza.


Il timore è che una linea troppo barricadera non sia capita dall’opinione pubblica moderata, che pure storce la bocca dinanzi alle scelte del governo, anche alla luce di analoghe manovre messe in campo da altri governi, a partire dalla Germania.


– Certo che ci vuole la manovra, ma non questa – è la risposta di Bersani. Il Pd non sarà solo a contrastare la manovra in piazza. Già giovedì prossimo lo farà Sinistra-Ecologia-Libertà di Nichi Vendola a Roma a piazza del Pantheon. Non scenderà in piazza l’Udc, ma la linea in Parlamento, decisa in una riunione dei gruppi di Camera e Senato, sarà dura:


– Non faremo sconti – ha ammonito Pier Ferdinando Casini.