Sudafrica 2010, parte lo spettacolo Mondiale

Messi, Cristiano Ronaldo, Rooney, le stelle brasiliane e magari un azzurro che diventi il Paolo Rossi del 2010
secondo auspicio di Marcello Lippi: i fenomeni di Sudafrica 2010 sono in numero comunque superiore a quello dei pur rimpianti assenti.

La kermesse che comincia oggi infatti vede in campo nella fase finale tutte le squadre che hanno già vinto il titolo. Nessun assente illustre, quindi, e assieme a nazionali cariche di gloria come Brasile, Italia, Germania, Francia, Inghilterra e Argentina ci sono quelle che potrebbero salire per la prima volta sul gradino più alto del podio, come Spagna ed Olanda (soprattutto se avrà Robben in
formazione).

A leggere i giornali di qui poi anche il Sudafrica, che aprirà le danze domani affrontando
il Messico, è diventato un candidato per il titolo: di sicuro il continente nero, al di là del significato
sociale raggiunto con l’organizzazione dell’evento, vuole almeno un posto in semifinale.

L’auspicio generale di tutta questa gente fiera di ospitare il mondo e letteralmente impazzita per l’entusiasmo è che fra le prime quattro si piazzino i Bafana Bafana. In realtà scommettono forte su stessi il Camerun di Eto’o e tanti giovani interessanti, il Ghana di Asamoah e la Costa d’Avorio che però rischia di avere un Drogba amezzo servizio.

Sarà anche la prima volta di un Mondiale con due rappresentanti dell’Oceania e il primo torneo giocato d’inverno da Argentina 1978 ad oggi. Altro fattore di cui tenere conto è l’altura, ma ciò non dovrebbe impedire lo spettacolo: 40 anni fa Città del Messico superava i 1600 metri sul livello del mare di Johannesburg, ma questo non impedì a chi c’era di godersi il più bel Brasile della storia, con Pelè, Jairzinho, Tostao e Rivelino a deliziare l’Azteca.

Era un calcio d’altri tempi, irripetibile con i tatticismi, gli spazi stretti e le esasperazioni di oggi, ma nel frattempo il fascino di questo sport è rimasto intatto, e continua ad essere la disciplina più amata del pianeta, anche in questo Sudafrica dove la palla ovale la faceva da padrone.

Perfino nel distretto ricco di Sandton non si parla più di Brian Habana, ma dei ragazzi del Ct Parreira, acclamati da centomila persone. Ecco allora che i discorsi, qui e altrove, hanno come argomento Messi e Cristiano Ronaldo, la sfida infinita tra Palloni d’oro che continua anche al Mondiale. Perché il talentuoso argentino, al quale Maradona, ora ct, ha consegnato la maglia n. 10, non replica in nazionale le spettacolari prove nel Barcellona? L’ex fuoriclasse del Napoli ha promesso un trionfo 24 anni dopo quello che inventò da calciatore, ma potrebbe essere proprio lui, che paradosso, la ‘palla al piede’ dell’Argentina. Ma per converso potrebbe essere anche colui che la esalterà grazie ad un ascendente sui suoi che non ha pari.

Cosa farà la Germania dei giovani e sempre più multirazziale? Basterà Cristiano Ronaldo, definito “Superman” dal ct Queiroz, per far fare il definitivo salto di qualità al Portogallo? Lippi riuscirà a lasciare in bellezza o l’Italia sarà quella delle ultime esibizioni? Tutte domande a cui prima o poi in questo mese di emozioni verrà data una risposta, come quella sulla Spagna: se non vince adesso che ha così tanti campioni in rosa quando potrà riuscirci? L’interrogativo potrebbero porselo proprio gli azzurri che, a guardare gli incroci del tabellone, potrebbero trovare le ‘furie rosse’ nei quarti di finale.

Ci sarà anche un altro gruppo italiano che punta al titolo iridato, vestito dei colori dell’Inghilterra di Capello: il duro friulano dopo essere stato ‘Don Fabio’ al Real Madrid vorrebbe diventare Sir con una conquista storica. Dopo Beckham ha perso Ferdinand ed è un colpo duro, ma ha sempre gente come Terry, Lampard, Gerrard, Cole e quel Rooney che se la salute lo assiste potrebbe diventare il protagonista assoluto di Sudafrica 2010. Come in ogni Mondiale c’è anche la squadra condannata alla vittoria: in Brasile anche il secondo posto viene considerato una delusione. La Selecao di Dunga, basata sull’inventiva del recuperato Kakà, non sarà spettacolare come altre che l’hanno preceduta ma è un gruppo compatto e terribilmente efficace, come dimostrano le sue conquiste recenti(Coppa America e Confederations Cup) e le vittorie in Argentina ed Uruguay nelle qualificazioni. Il sogno, dichiarato a mezza bocca, è di ritrovare gli argentini in finale e dar loro un’altra lezione, nel segno di una rivalità che accende ogni edizione del Mondiale.