Ancora polemiche sull’Inno di Mameli La Russa: «Ddl per renderlo obbligatorio»

MILANO – Il ministro della Difesa Ignazio La Russa presenterà un ddl «per disciplinare l’uso obbligatorio in determinate circostanze dell’Inno nazionale. Mi sembra una cosa semplice, come già avviene per l’esposizione della bandiera che è regolata per legge, e in questo modo eliminiamo un’occasione di discussioni». Lo ha annunciato La Russa arrivando a Milano all’assemblea di Assolombarda.
L’annuncio arriva dopo le polemiche suscitate dalla presunta decisione del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, di sostituire il ‘Fratelli d’Italia’ con l’’inno’ della Lega, ‘Va pensiero’ di Giuseppe Verdi in occasione dell’inaugurazione di una scuola in Veneto.


– Sono stato accusato di essere tra quelli che hanno creduto che Zaia avesse effettivamente deciso lui di non far suonare inno – ha detto La Russa difendendo il governatore leghista- ma io sono stato l’unico che ha dubitato. Ho fatto bene perché infatti è stato suonato. Credo però – ha aggiunto – che ci sia stata una sottovalutazione di quello che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche.
Dal canto suo Zaia dai microfoni di Sky Tg24 ha ribadito che «tutto è nato dal fatto che un giornale locale ha riportato con pieno titolo in prima pagina ‘Zaia vieta l’inno di Mameli’».


– Non è accaduto assolutamente questo – chiarisce -. Poi ovviamente la notizia è stata ribattuta dalle agenzie e tutti hanno commentato una notizia falsa. C’erano due cori – ha spiegato il governatore leghista – uno di bambini e l’altro di adulti messi in un piazzale nella parte all’ombra; in mezzo c’era il palco e a lato la zona dell’inaugurazione un po’ distante dai cori. Sono stati cantati il ‘Va pensiero’, l’inno di Mameli durante il taglio del nastro e anche altre canzoni; tutto in maniera molto regolare. Del resto voglio precisare -ha puntualizzato- che io non mi occupo delle inaugurazioni degli altri.


Intanto Giampiero Beltotto, portavoce del governatore Luca Zaia, si assume tutta la responsabilità di quanto accaduto.
– E’ stato tutto frutto di un mio errore di valutazione – ha detto in una intervista alla Tribuna di Treviso -. Io sono arrivato alle scuole prima di Zaia. Mi hanno detto che i bambini volevano far sentire il canto che avevano preparato nei giorni scorsi e che poi in scaletta c’erano il coro di Verdi e l’Inno di Mameli. Ho chiesto di stringere. Bene il coro dei bambini, ma per gli altri s’organizzassero. Zaia di tutto questo non sapeva nulla. Ribadisco: è stato un errore di cui mi assumo le responsabilità. Non c’era alcun intento politico in tutto quel che è successo.