A settembre la riforma in Consiglio dei Ministri, coro di no al progetto del Guardasigilli

ROMA – Il ministro Angelino Alfano traduce in un tempo ben preciso quell’ “imminente” che il premier Silvio Berlusconi aveva annunciato appena l’altro giorno per gli interventi nel sistema giudiziario destinati mettere fine all’ “anomalia” delle toghe che vogliono sovvertire il voto popolare. Un coro di no si alza dall’opposizione e dalle toghe contro il progetto che il Guardasigilli presenterà all’esecutivo dopo l’estate e che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm, la nascita di due Csm e di una meccanismo disciplinare “che risolva il problema di una giustizia troppo domestica”.


Alfano incassa invece il plauso dai penalisti, mentre Roberto Cota, governatore leghista del Piemonte, ribadisce che la riforma ‘’era prevista e va fatta’’.
– Questa maggioranza – afferma – ha la compattezza per poter fare questa importante riform.
Per la maggioranza Sandro Bondi definisce ineccepibili le proposte di Alfano.
– Il Pdl – dice – avrà il compito e il dovere di sostenerle nel paese e in parlamento affinché abbiano un consenso che oltrepassi quello dell’attuale maggioranza.
Dall’opposizione il Pd fa muro proprio contro ogni ritocco della Carta.
– Siamo contrari contro l’ ipotesi di costituire due Csm e di separare ulteriormente le carriere, già oggi nettamente distinte – dice il responsabile Giustizia, Andrea Orlando, invitando il ministro a pensare piuttosto ai tempi del processo civile, a garantire messi e risorse, all’ emergenza carceri. Per l’ Idv, Massimo Donadi dice:


– Non ci fidiamo di chi irride e denigra le istituzioni e la costituzione, che ritiene fastidiosi ostacoli tra lui e il raggiungimento del potere assoluto.
Dal mondo giudiziario, se l’Anm tace, parlano i consiglieri togati del Csm, esponenti delle diverse correnti della magistratura.
– La mancanza di una idea complessiva che non sia ritorsiva è una costante di questo ministro, di questo governo. Prevedere un voto in tempi brevi su modifiche costituzionali dimostra una idea curiosa di giustizia e di costituzione – osserva Livio Pepino (Magistratura Democratica).
– Sono sempre annunci, quando si trasformeranno in testi ragioneremo – dice Fabio Roia (Unicost) avvertendo che “quando si toccano le regole fondamentale dello stare insieme i tempi brevi e le forzature di maggioranza non fanno bene a nessuno”.


I cittadini chiedono una “riforma condivisa e non interventi di spaccatura che non migliorerebbero di un giorno la durata dei processi”, sottolinea Mario Fresa (Movimento per la Giustizia).