Belgio, il trionfo dei separatisti e quello del socialista Di Rupo

“Abbiamo vinto, i fiamminghi hanno votato per il cambiamento e noi non li deluderemo, lo Stato deve essere riformato”: così il capo dei separatisti delle Fiandre Bart De Wever ha infiammato la platea di centinaia di sostenitori, raccolti in una discoteca a Bruxelles, per festeggiare la valanga di voti arrivati alla sua Nuova
alleanza fiamminga (N-Va) che, come uno tsunami, ha travolto i partiti tradizionali. Ma il primo partito del Belgio diventa quello socialista guidato da Elio Di Rupo.

“Abbiamo ottenuto un successo spettacolare, i socialisti tornano il primo partito”, gli ha fatto eco il protagonista incontrastato della travolgente vittoria nel
sud del Paese, in Vallonia. Sono loro, il separatista del nord e il socialista del sud, i vincitori indiscussi di una campagna elettorale che in Belgio ha radicalizzato il voto, ridimensionando tutti gli altri partiti,
dai cristiano-democratici del premier uscente Yves Leterme alla destra xenofoba del Vlaams Belang.

L’N-Va conquista 27 seggi alla Camera federale, ben 19 in più degli 8 di tre anni fa. Non disponendo però di un alter ego francofono, l’N-Va viene scavalcata dalla famiglia socialista, che può sommare i 26 seggi (+6)
ottenuti dal Ps di Di Rupo nella comunità di lingua francese ai 13 confermati dall’Sp.a nelle Fiandre, per un totale di 39 seggi. In Belgio i partiti sono regionali e nel governo federale sono rappresentanti sia
quelli espressione della comunità di lingua francese (Vallonia) sia quelli di lingua fiamminga (Fiandre). Solo nella regione di Bruxelles capitale gli elettori possono scegliere sia gli uni che gli altri.