Stampa inglese scatenata Critiche anche a Capello

LONDRA – C’era una volta David “Calamity” James. Da sabato sera, c’è Robert “Calamity” Green. Comunque la vedi, quello del portiere resta forse il problema più grave per la nazionale inglese, costretta al pari con gli Usa nella gara di esordio dei Mondiali per colpa di uno sciagurato errore del suo numero uno, che ha reso così vano il gol del vantaggio di capitan Gerrard.


Un numero uno che ieri si è ritrovato suo malgrado protagonista su tutte le prime pagine dei giornali e se il “Mail on Sunday” spara a caratteri cubitali un inequivocabile “Calamity”, chiedendosi, però, tramite il columnist Piers Morgan, “why, why, why,why, why, why, why Fabio?” (ovvero, ‘perché diavolo Capello ha deciso di schierare lui dopo le incertezze già viste contro il Messico?’), il “Sunday Telegraph” e il “Sunday Times” puntano su un altrettanto chiarissimo “Slip Up”, a indicare le mani a saponetta del portiere inglese, il cui “horror fumble” (liberamente traducibile con “presa dell’orrore”) è costato la vittoria contro gli americani, mentre per il “Sunday Express” è “Hit and Miss”, anche se pure in questo caso non si risparmiano critiche all’infelice scelta fatta dal ct, e “The Observer” infila il distrutto Green nella lista dei disastri operati dai portieri inglesi.


Una lista che lo vede al primo posto assoluto, a dar retta al “Sunday Mirror”, secondo cui quello dell’estremo difensore del West Ham contro gli Usa è stato l’errore peggiore di tutti i tempi, tanto che da oggi nella terra di Albione non si ricorderà più solo la “Hand of God” di Maradona ma anche la “Hand of Clod” (“la mano dello stupido”) del povero Green, come impietosamente sottolinea il “News of the World”.


E se “The Indipendent” lo bacchetta per aver rovinato la partenza perfetta dell’Inghilterra, il “Sunday Star” e il “Sunday Sport” sostengono che gli inglesi siano stati “Rob-bed” in casa loro, giocando con il nome dello sfortunato Green, con il primo tabloid che punta anche l’accento sull’ingaggio milionario di Fabio Capello (primo nella classifica dei guadagni dei 32 ct presenti ai Mondiali), lasciando intuire che forse tanto meritati quei soldi non lo sono, visto quello che è successo sul campo, anche se è il primo messaggio quello che conta: ovvero, quel “Don’t Panic!” sparato sulla cover che sta a indicare come, malgrado il loro “calamity keeper”, le possibilità inglesi di portare a casa la Coppa restino intatte.