Doppietta McLaren in Canada Alonso terzo con rimpianti

MONTREAL – Seconda vittoria di fila di Lewis Hamilton, che dal GP del Canada si porta a casa pure la leadership del Mondiale. Perentoria l’affermazione del pilota inglese, che sulle indecifrabili condizioni della pista Gilles Villeneuve riesce a sfruttare al meglio gli pneumatici e le doti velocistiche di una McLaren che piazza pure Button al secondo posto per un’altra doppietta, la seconda di fila, che deve far riflettere gli inseguitori. Il primo dei quali, Alonso, terzo, ci ha provato, ha colto quel podio che riteneva possibile alla vigilia, ma può recriminare per un paio di incertezze – una con Buemi, l’altra nel doppiaggio di Chandhok – che forse lo hanno penalizzato un po’ nel doppio duello, prima con Hamilton, poi nel finale con Button, contro il quale poteva difendere meglio la posizione.

Quarto Vettel, quinto Webber, con una Red Bull che ha pagato più di tutti l’irregolare degrado delle gomme e che perde pure la leadership del Mondiale piloti fin qui appannaggio dell’australiano. Sesto Rosberg, settimo un battagliero Kubica, ottavo il sorprendente Buemi, nono il bellicoso Liuzzi, decimo Sutil. Massa ha chiuso 15°, condizionato da due collisioni, una alla prima curva, con Liuzzi, l’altra al penultimo giro, con Schumacher, quando era in lotta per il nono posto.
Il terzo podio stagionale di Alonso dà ossigeno a una classifica che vede lo spagnolo in quarta posizione nel Mondiale (94 punti, contro i 103 di Webber, i 106 di Button, i 109 di Hamilton), ma al di là della realtà dei numeri, c’è quella della pista, su cui il distacco dagli altri c’è sempre, e delle occasioni perse. Il piazzamento di Alonso, infatti, somiglia più a una secondo posto perso che a un terzo conquistato; e se solo Fernando fosse rimasto in pista qualche giro in più prima della sua seconda sosta, quando il suo ritmo era altissimo, forse sarebbe pure riuscito a stare davanti a Hamilton e giocarsi con lui il successo. Adesso si aspettano le novità alla vettura per il GP di Valencia, ma resta l’amaro in bocca per una pista favorevole su cui la Ferrari non ha raccolto quanto ha seminato.


La bellissima gara manda un messaggio importante agli architetti dei moderni e anonimi circuiti dell’era moderna, che finiscono per anestetizzare lo spettacolo per mancanza di punti chiave. Su una pista, semipermanente finché si vuole, ma dotata di rettilinei e punti di sorpasso, i duelli si vedono, come le ruotate, e non c’è spazio per la noia.


Con Webber retrocesso di 5 posizioni in griglia per la sostituzione del cambio, al via Hamilton scatta bene e tiene dietro Vettel e Alonso, mentre alle loro spalle succede di tutto. Petrov anticipa lo start, passa sull’erba e taglia la pista centrando una Sauber mentre Massa viene stretto a sandwich da Button e Liuzzi e ne paga le conseguenze nella collisione con la Force India dell’italiano. La gara per entrambi si compromette qui. La temperatura balneare, 25°, e le diverse scelte di gomme in partenza – dure per le due Red Bull e Kubica, morbide per gli altri -, creano i principali fattori di incertezza già dai primi giri: le McLaren di Hamilton e Button faticano a reggere il passo delle Red Bull e aprono, al 7° e 8° giro la girandola delle soste, da cui la classifica esce ridisegnata a seconda delle scelte dei box. Al comando si alternano Hamilton, Alonso, addirittura Buemi, e Webber, che è l’ultimo a fermarsi per il secondo cambio di gomme. Da metà gara in poi le posizioni si cristallizzano, anche per lo stabilizzarsi delle condizioni della pista, con Hamilton, Alonso, Button, Vettel e Webber nelle prime cinque posizioni. L’ultimo brivido al vertice lo regala Button, che lanciato all’inseguimento di Alonso, lo passa approfittando di un’incertezza dello spagnolo nel doppiaggio di Chandhok: è la firma a una doppietta che dà un’impronta pesante al Mondiale.


In un gara ricca di colpi di scena, che sostituisce la Red Bull con la McLaren nel ruolo di lepre in pista e che segna il cambio al vertice fra Webber – ancora a punti, è l’unico finora sempre a segno – e Hamilton, si sono viste tante cose degne di nota. Dalle sportellate in uscita dai box fra Alonso e Hamilton (8° giro), con le vetture appaiate in pit lane e lo spagnolo bravo e audace a passare l’inglese, a quelle fra Kubica e Schumacher (13° giro), con un duello che nasce in pista e prosegue sull’erba, con le monoposto affiancate pure nel taglio della chicane. Passndo per la gloria di Buemi, per un istante pure in testa al GP e alla fine splendido ottavo, e pure per Liuzzi, che, di forza, a suon di ruotate, ha passato Schumacher all’ultimo giro. In ombra Massa: per il contatto alla prima curva le responsabilità vanno divise fra lui, Button e Liuzzi, ma nel finale, nel tamponamento a Schumi, ha dato l’impressione di essere caduto nelle trappola tesa dal tedesco.