Salute, confermata cooperazione tra Italia e Venezuela

CARACAS – Si è svolta sabato presso l’Hotel Embassy Suites di Caracas, nell’ambito del Festival Italiano 2010, il III Seminario scientifico dal titolo “Cooperazione Italia – Venezuela in immunologia e malattie infettive”. Invitati italiani la Dr.ssa Laura Caerni, ricercatrice responsabile del Progetto malattie tropicali e il Dr. Andrea Angheben, dell’Istituto malattie tropicali Negrar, di Verona. Per quanto riguarda gli ospiti venezolani, invece, erano presenti la Dr.ssa Marìa del Pilar Fortes, la Dr.ssa Jenny Garmendia, la Dr.ssa Belkis Noya, il Dr. Jaime Torres ed il Dr. . Juan de Sanctis, tutti appartenenti alla Facoltà di Medicine dell’Università Centrale. All’evento ha presenziato anche l’Ambasciatore d’Italia in venezuela, Luigi Maccotta e il Direttore dell’ICE, Alfredo Gorgi, che hanno preso parola insieme al Dr Emigdio Balda, decano della Facoltà di Medicina della UCV.


L’incontro ha preso in considerazione le malattie allergiche (con una conferenza dal titolo “Hipersensibilidad al latex en Venezuela. Actualización”), le malattie autoimmuni (“Polimorfismo molecular en la Hepatitis Autoinmune”), l’immunofarmacologia (“Uso potencial de productos naturales como drogas anti-inflamatorias”) e le malattie infettive (“La Micro epidemia de Enfermedad de Chagas por Transmisión Oral en Venezuela”, “Italia-Venezuela: Resultados del proyecto conjunto binacional para el desarrollo de un test diagnóstico automatizado del Mal de Chagas”, “Chagas y Globalización: La Experiencia del Chagas en Italia y Europa”, “El uso diagnostico del MABA como Multidiagnostico simultaneo de enfermedades infecciosas”).


L’incontro conferma la volontà di cooperazione tra i nostri due paesi, espressa durante i lavori della II Commissione mista, denominata “Consiglio Italo-Venezolano”, cui ha partecipato il Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini.


Una riunione importante soprattutto in riferimento a malattie quali il ‘mal de chagas’ che a tutt’oggi affligge l’America Latina (almeno 16-18 milioni di persone sono infette) ma anche l’Italia (7 mila casi). La comunità più colpita è quella boliviana.
– Essere originario della Bolivia costituisce un fattore di rischio importante, tanto che secondo noi tutti i pazienti di origine boliviana dovrebbero essere sottoposti a screening – ha spiegato Andrea Angheben, tra i medici presenti al Seminario, durante un incontro in Italia.