Dolomiti e Porta Portese, lo Stato cede pezzi d’Italia

ROMA – Ancora, ex caserme, fari, palazzi, il mercato romano di Porta Portese e l’Idroscalo di Ostia, teatro dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini. Tutto nella lista dei beni disponibili per gli enti locali emanata dal demanio. Comuni e altri enti potranno farne richiesta in base al federalismo demaniale per valorizzarli, ma potranno anche venderli per abbattere il debito pubblico. Infatti, che accanto a ogni ‘bene’, viene indicato un ‘valore di inventario’, che ammonta complessivamente a poco più di tre miliardi.


Il museo di Villa Giulia a Roma, che ospita la famosa coppia di sposi etruschi ha un valore di inventario di 4 milioni e mezzo di euro. L’archivio di Stato di Trieste ha un valore di 5 milioni; l’archivio della Corte dei Conti a Roma quasi 67 milioni e l’Idroscalo di Ostia 6 milioni e 700mila euro.


Il valore dell’isola di Santo Stefano verrà dato dalla somma dei suoi pezzi: l’approdo agli arenili e l’ex carcere: un luogo simbolo della Resistenza italiana, dove fu rinchiuso tra gli altri Sandro Pertini. «Esiste un progetto per trasformare il carcere borbonico in un mega albergo di lusso», denuncia il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Anche sull’idroscalo «esistono fortissimi appetiti speculativi», continua l’ambientalista che annuncia una raccolta di firme da parte dei Verdi per una petizione.


Il 50% del patrimonio trasferibile è concentrato al Nord. E se si include il Lazio (che ha il 27% grazie a Roma) si arriva al 76% concentrato in tre sole regioni. «I proventi delle alienazioni oltre a fare la fortuna dei poteri forti andranno a ripianare i deficit delle regioni del nord e del Lazio», conclude Bonelli.