Sciopero generale, l’Italia si è fermata La Cgil: “Un milione in piazza”

C’è soddisfazione a Corso d’Italia per l’esito dello sciopero proclamato ieri e per la partecipazione ai cortei e ai comizi organizzati in tutt’Italia. In totale oltre un milione di lavoratori scesi in piazza, secondo i dati della Cgil nazionale, con 100 mila persone che hanno partecipato alla manifestazione di Bologna dove ha parlato il vicesegretario generale Susanna Camusso, 70 mila a Milano e a Napoli, oltre 40 mila a Roma; 25 mila a Palermo e 20 mila a L’Aquila, 10 mila a Cagliari e a Bari e in tutto il Veneto l’iniziativa ha portato in piazza circa 80 mila lavoratori.

A Napoli per dire no alla manovra economica del governo sono arrivati anche i
lavoratori della Fiat di Pomigliano d’Arco aderenti alla Fiom. Un centinaio di operai ha risalito il corteo tra gli
applausi e si è messo alla testa della manifestazione indossando magliette con la scritta “Pomigliano non si
piega”. Il segretario confederale Fulvio Fammoni, concludendo la manifestazione a piazza Matteotti, ha ricordato i motivi per cui la Cgil è contraria a questa manovra: “Perché è iniqua, deprime lo sviluppo, non fa ripartire la produzione, non si rivolge contro i grandi patrimoni e punisce i lavoratori”.

A Roma, dopo aver sfilato per le vie del centro, il corteo ha riempito piazza Farnese dove hanno preso la parola tanti lavoratori per raccontare le proprie condizioni di lavoro difficili o di non lavoro. A L’Aquila a sfilare davanti alle macerie del sisma che ha ferito mortalmente la città, insieme ai diecimila lavoratori c’erano il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente e il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, secondo cui la politica economica dell’esecutivo sta violando “ancor di più la dignità degli aquilani. Anziché pensare alla ricostruzione – ha sottolineato Landini – questo governo sta attuando politiche che vanno ad aggravare
la crisi del Paese”, facendo sì che “gli unici a pagare le tasse in questa nazione sono i lavoratori pubblici ed i pensionati”.

Alla manifestazione di Milano, che si è conclusa a Piazza Duomo e ha visto il coinvolgimento di tutte le province lombarde, ha partecipato anche il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani, che ha chiesto al governo di correggere la manovra almeno per “le cose più inaccettabili, che colpiscono
i servizi e i redditi fondamentali”.

“Noi – ha ricordato Bersani – abbiamo fatto delle proposte da 24 miliardi di euro, ma le abbiamo distribuite diversamente”. Sullo sciopero di indetto dalla Cgil è intervenuto anche il ministro del welfare Maurizio Sacconi: “Auspico che questo sciopero, anche in relazione alla bassa adesione che ha raccolto, possa essere l’ultimo di una stagione segnata da un forte condizionamento ideologico e possa, invece, al contrario, preludere ad una nuova fase nella vita della Cgil legata anche al rinnovo del suo vertice”. Un messaggio chiaro al sindacato di Corso d’Italia, a cui il ministro fa seguire anche l’auspicio di una ricomposizione delle fratture che si sono create tra le diverse confederazioni: “Auspico, in particolare – ha detto Sacconi – che riprenda il dialogo fra le grandi organizzazioni sindacali nella disponibilità all’ascolto reciproco”.