A Vettel il Gp della paura e delle polemiche

VALENCIA – Vince Sebastian Vettel, ma rispetto alla Red Bull, tradita da un incidente di Mark Webber, a godere è la McLaren, aiutata da decisioni discutibili dei giudici di gara. Riempie così gli altri due gradini del podio con Lewis Hamilton e Jenson Button e rafforza il primato nel Mondiale costruttori con 248 punti contro 218, e la Ferrari terza a 163 col misero contributo dei due punti ottenuti davanti al suo pubblico da Fernando Alonso, nono dopo il disastro ai box in regime di safety-car.

Hamilton resta in testa tra i piloti con 127 punti, seguito dall’altro britannico a 121 e da Vettel che, con la seconda vittoria stagionale, si piazza terzo a 115. Il verdetto della pista, Alonso nono e Massa 14º, è stato cambiato ore dopo la fine dai giudici, dopo l’investigazione sul comportamento di Button, Barrichello, Hulkenberg, Kubica, Petrov, Sutil, Liuzzi e De La Rosa, che hanno superato i limiti di velocità stabiliti in regime di safety car portando ad uno sconvolgimento della classifica e facendo precipitare le Ferrari che in quel momento erano terza e quarta.

I nove hanno avuto 5” di penalità, e Alonso è diventato ottavo, Massa 11º. Ecco come. La disastrosa partenza di Webber, secondo al via, nono dopo la seconda curva, ha consentito a entrambe le Ferrari di guadagnare una posizione: Alonso e Massa in scia di Vettel e Hamilton. Lo spagnolo ha provato una manovra azzardata e ad un certo punto aveva dato la sensazione di potersi prendere la prima posizione, ma gli avversari, che si sono anche toccati tra loro senza conseguenze, gli hanno chiuso la porta.

Webber, che ha avuto un problema in partenza, è andato al cambio gomme con una nuova strategia. Ma poco dopo, al giro 9, ha tamponato inspiegabilmente la Lotus del lentissimo Heikki Kovalainen per poi decollare, capottare in volo, cadere a testa in giù, rimettersi a testa in su e andare a sbattere con violenza contro la barriera di gomme. Uno spaventoso incidente. Ed è stato un sollievo vedere l’australiano staccare il volante e uscire con le sue gambe dal rottame. E’ entrata la safety car e tutti sono usciti per il pit stop, a parte Kobayashi: una situazione che ha avvantaggiato le macchine che non avevano ancora scavalcato l’ingresso della corsia box, perché sono potute entrare un giro prima.


La Ferrari è stata sfortunata e penalizzata dalle scorrettezze altrui: Alonso si è ritrovato decimo, Massa, addirittura 17º. Nei fatti, la svolta che ha buttato alle ortiche un podio che a quel punto sembrava più che probabile. Alonso ha attaccato subito Hulkenberg, superandolo, ma si è trovato in coda a un trenino che lo ha tappato, anche perché il primo era Kobayashi, più lento delle lepri. E poi c’é stato il caso di Hamilton, che ha scavalcato la safety car proprio mentre entrava sul tracciato per andare rapidamente, avvantaggiandosi, al pit stop.

Alla fine i commissari hanno comminato al britannico un drive trough, un passaggio ai box. Ma grazie a Kobayashi, è rientrato in pista nella stessa posizione, secondo. La tardività della sanzione ha indubbiamente avvantaggiato la McLaren. Nel tempo necessario per decidere, ha trovato modo di crearsi un gap di tutta sicurezza. La sanzione di fatto non lo ha penalizzato, distacco da Vettel a parte, che invece è cresciuto.


La corsa è proseguita monotona, con Alonso, a differenza di Sutil, incapace di superare Buemi, e Massa stabilmente nelle retrovie. Dietro di lui di due posizioni, Schumacher almeno ha fatto registrare un giro veloce. Kobayashi, dopo il ritiro di Hulkenberg, è andato alla prima sosta al 54º giro. La Bmw Sauber è rientrata nona, subito dietro allo spagnolo. Che però si è fatto scavalcare al 56º dal giapponese, che ha approfittato del fallito tentativo della Ferrari di scavalcare Buemi. E’ stato il secondo sorpasso della gara, dopo quello di Sutil sullo stesso Buemi, poi scavalcato anche lui dalla Sauber. Il sigillo su una giornata davvero brutta, per il Cavallino.