Autonomia gestionale e autofinanziamento, si schiudono nuovi orizzonti al nostro Consolato

CARACAS – Autonomia gestionale e autofinanziamento. Due provvedimenti che, se gestiti con intelligenza o semplicemente buon senso, permetteranno una maggiore efficacia amministrativa e più libertà di «management». Nei fatti, poi, dovrebbe tradursi in più risorse da destinare ai connazionali meno fortunati. E’ questa, almeno, la nostra speranza.

Le novità annunciate dal Console Generale, Giovanni Davoli, rappresentano una svolta importante. Non diciamo epocale, per non incorrere in ridicole esagerazioni, ma senz’altro innovativa per la rete diplomatica.
– Dal primo gennaio del 2011 – comunica il Console Davoli -, le ambasciate ed i consolati avranno quello che noi diplomatici da tempo chiedevamo: l’autonomia gestionale. Inoltre sarà permessa anche la possibilità di un conto corrente nel quale depositare il prodotto di nostre iniziative ed eventuali donazioni.

Non saranno la panacea, di questo siamo certi; ma, con un pizzico di fantasia e buona volontà… Tutti, ormai, abbiamo la consapevolezza che si vivono tempi difficili. In Italia si è deciso di lesinare. Insomma, di tagliare anche nel capitolo di spesa destinato alle nostre comunità. Tagli assurdi che non risolvono i tanti problemi del Belpaese, visto l’esiguo risparmio che comporta il provvedimento, ma che, in cambio, causano gravi disagi ai nostri pionieri, quelli meno fortunati. Lo abbiamo scritto giorni fa su queste colonne: le nostre associazioni devono rimboccarsi le maniche ed uscire dal letargo per aiutare i corregionali che, oggi, hanno bisogno di gesti concreti più che della semplice solidarietà gridata ai quattro venti.

L’appello, che attende ancora una risposta tangibile dalle nostre istituzioni, è stato recepito dal Console Davoli che, in questi giorni, valuta la realizzazione di iniziative per aiutare la fascia più debole della nostra Collettività; quella più vulnerabile e indifesa. Iniziative, queste, che saranno rese possibili soprattutto da quella maggiore libertà amministrativa di cui godrà prossimamente.
– L’autonomia gestionale – spiega il Console Davoli – ci offre un interessante margine di manovra. Mi spiego: fino a ieri il bilancio degli uffici all’estero conteneva tante scatole chiuse. Un esempio banalissimo, se ricevevo denaro per comprare matite non potevo acquistare penne, anche se ne avevo bisogno e potevo prescindere dalle matite. Insomma, non era possibile compensare una spesa con l’altra. Sembra una cosa da poco ma, in realtà, non lo è affatto.

Sottolinea che dal primo gennaio del prossimo anno ambasciate e consolati godranno di una maggiore autonomia; autonomia, questa, che, fa notare, «andrà necessariamente accompagnata da una maggiore responsabilità».
– Ad esempio – prosegue -, se si ha bisogno di denaro per l’assistenza si potrà risparmiare nell’acquisto dei computers. O anche, per assurdo, se si reputa necessario l’ammodernamento nell’ambito dell’informatica, per offrire un servizio più efficiente ai connazionali, si potrà sempre tagliare la spesa di detergenti destinati alla pulizia degli uffici. Così agisce l’amministratore delegato di una azienda privata. Ecco, il Console Generale si trasforma in un manager: riceve del denaro da investire nel migliore dei modi.

Altro aspetto da non trascurare è la possibilità di aprire un conto corrente nel quale depositare il ricavato di iniziative o semplicemente far confluire donazioni frutto della generosità di famiglie ed aziende. Idee su cosa fare, il Console Davoli, già ne ha. Ma per il momento non si sbilancia. Non fa anticipazioni al nostro Giornale. Si limita ad assicurarci che «verranno rese note al momento opportuno».
– Tutto ciò, qualche anno fa – insiste -, era impensabile. Oggi, invece, avremo la possibilità di finanziarci, di creare reddito.

Reddito, a dir la verità, il nostro consolato già lo crea. Ed è anche una cifra abbastanza consistente. E’ la somma delle «tasse indirette» che i connazionali, noi tutti, versiamo alle casse del Tesoro ogni qualvolta paghiamo allo Stato per i servizi che riceviamo.
– Il denaro che si ottiene dai servizi che offre il nostro ufficio, e parliamo di cifre apprezzabili – precisa il Console Davoli –, è versato direttamente al Tesoro. Qua non resta nulla. Ora, però, ci è data la possibilità di creare entrate autonome in loco, di ottenere fondi da depositare ad un nostro conto corrente.

Con voce calma ma decisa, assicura che incontrerà prossimamente connazionali benestanti, direttori d’industria e proprietari d’aziende prospere per esortarli a collaborare col consolato.
– La nostra comunità – precisa -, possiede strutture benemerite che già fanno tanto. Non si vuole togliere nulla a loro. Di fatto, quel che si chiede è uno sforzo in più. Coloro che lo desiderano potranno offrire donazioni o sostenere le nostre iniziative. Ad esempio, impegnarsi nella sponsorizzazione di manifestazioni mirate alla raccolta di fondi. Col denaro ricavato cercheremo di aiutare i connazionali meno fortunati o di migliorare alcuni nostri servizi.

Sottolinea che uno dei maggiori tagli subiti dal Consolato è stato al capitolo di spesa destinato al «lavoro interinale». Riconosce che «i giovani impiegati in loco, i tanti italo-venezolani assunti in passato, sono stati decisivi per l’ottimizzazione dei servizi».
– Grazie al loro impegno – insiste – il consolato è migliorato. Qualche anno fa era assai diverso da quello ch’io ho ereditato.

Per concludere, torna a riflettere sulla realtà odierna, quella che tutti conosciamo.
– Non ho statistiche per dimostrarlo – afferma il Console Davoli -, ma mi è stato assicurato che quella italo-venezolana è tra le più floride collettività italiane all’estero. Non lo metto in dubbio anche se, e di nuovo non possiedo statistiche che lo confermino, ho la percezione che si stia assistendo ad un suo accelerato impoverimento. In consolato, ogni giorno, si presentano casi drammatici di connazionali vittime di espropri o che sono rimasti senza lavoro, e che non hanno con che arrivare a fine mese o comprare medicine o, ancor peggio, che hanno perso un famigliare vittima della violenza che regna in Venezuela.

Tessere, medicine ed il fondo speciale

CARACAS – Reintegro delle medicine; creazione di un fondo speciale che permetta di forare, qualora ce ne fosse bisogno, il tetto stabilito; consegna delle nuove tessere. Il Console Davoli è soddisfatto. E non lo nasconde. In fondo, ha sufficienti motivi per esserlo, visto che è riuscito a migliorare le condizioni stabilite dalla compagnia assicuratrice Rescarven, quando ha rinnovato il contratto con loro.
– Ho sostenuto alcune riunioni di lavoro con il dottor Miguel Angel Marturén, Direttore Generale di Rescarvén – riferisce -. Ad una di queste, hanno assistito anche i rappresentanti eletti della Comunità. L’altro giorno, il dottor Marturén mi ha consegnato una lettera nella quale si informa della decisione di migliorare alcune condizioni iniziali. E’ stata una decisione unilaterale, in quanto noi non abbiamo offerto nulla a cambio.

Spiega che sono già state consegnate le tessere nuove, poichè alcuni assistiti avevano smarrito le vecchie. Verranno distribuite prima tra coloro che vivono in provincia – e di questo sarà incaricata l’intera rete consolare onoraria – poi tra quelli che abitano nella capitale. Prosegue:
– Nel concreto, poi, è stato introdotto nuovamente il reintegro delle medicine. Certo, la somma è inferiore alla precedente. Oggi si parla di 500 bsf. E’ stata stilata una lista di farmaci per le varie patologie.

Aggiunge, quindi, che è anche stato stabilito un fondo speciale «destinato a coprire quei casi in cui sia necessario forare il tetto dei 35mila bsF.
– E’ stato già impiegato in un’occasione – precisa -. Questo fondo, dal quale si potrà attingere, sarà disponibile fino a fine anno.

A settembre il nostro Console e il dottor Marturèn si incontreranno di nuovo per fare il punto della situazione.
– E chissà se non riusciamo ad ottenere qualcosa di meglio – afferma ottimista e fiducioso per poi aggiungere:
– Il negoziato è mio. Ed io sono il titolare della polizza. Devo dire, comunque, che sono stato aiutato e consigliato dai rappresentanti eletti della comunità che ringrazio per i loro suggerimenti.

Vacanze, passaporti e sport

CARACAS – E’ inevitabile; una consuetudine che si ripete anno dopo anno. In prossimità delle vacanze estive, aumenta la richiesta di passaporti. Quest’anno non è stato l’eccezione. Almeno non lo è stato fino all’11 giugno.
– Abbiamo avuto un boom di richieste; un incremento di lavoro nell’ufficio passaporti – ci dice il Console Davoli -. Ma ciò è avvenuto solo fino all’11 giugno. Poi abbiamo assistito ad una riduzione importante.

Sorride divertito e aggiunge:
– Ha coinciso con il mondiale di calcio. E’ evidente che i connazionali preferiscono vedere e commentare le partite che fare la fila nei nostri uffici. Prevediamo un nuovo incremento di afflusso di richieste dopo il 12 luglio.

In effetti, nella hall del Consolato si assiste ad una scena se non inedita almeno poco comune: non vi è il consueto affollamento di connazionali. E quelli presenti attendono tranquillamente il turno per essere ricevuti. Si respira un clima di assoluta calma.

Il Console spiega che l’introduzione del passaporto biometrico non ha comportato grossi disagi. La consegna avviene senza difficoltà e, per il momento, il giorno stesso in cui viene richiesto. C’è solo d’avere un po’ di pazienza. Nient’altro.
– Fino ad oggi abbiamo consegnato i passaporti lo stesso giorno in cui il connazionale ne ha fatto richiesta – afferma -. Ma è un risultato, questo, che non possiamo più garantire. A volte vengono trasmesse istruzioni ministeriali che ci complicano la vita invece di semplificarcela. Finchè si potrà si continuerà a consegnare il documento in giornata, in considerazione anche del disagio di coloro che vengono dalla provincia. Il passaporto biometrico, d’altronde, è rilasciato solamente dal Consolato Generale a Caracas.

Non è mancato, ovviamente, un riferimento alle pensioni. Non poteva essere altrimenti, visto i nuovi sviluppi in termini di controllo dei cambi. I nostri pensionati, come i connazionali meno abbienti, costituiscono la fascia della comunità più a rischio; quella che più risente della crisi economica in Italia ed in Venezuela.
– Siamo coscienti che i nostri pensionati, oggi, ottengono molti meno bolìvares a cambio della stessa somma in euro. E’ un problema di difficilissima soluzione. Godevamo di un privilegio, se di privilegio si può parlare quando si riceve appena qualche centinaio di euro. Avere un po’ più di bolìvares, oggi, è una necessità. Stiamo studiando attentamente la legge, che va rispettata. Stiamo cercando di capire se offre alternative che permettano di ottenere più bolìvares.