Regioni sul piede di guerra, «Restituiamo le competenze allo Stato»

ROMA – Senza soldi non è possibile gestire tante competenze: per questo le Regioni e le Province autonome ieri hanno annunciato l’intenzione di chiedere una Conferenza Stato-Regioni straordinaria per riconsegnare le deleghe che hanno ottenuto grazie ai provvedimenti attuativi della legge 59 del 1997, ovvero il decentramento Bassanini. Si tratta di una serie di materie che vanno dal trasporto pubblico locale alla viabilità, passando per agricoltura, protezione civile, energia, incentivi a imprese e altro ancora ‘’che costano 3.1 miliardi di euro mentre il taglio previsto nel solo 2001 e’ di 4 miliardi’’, spiega il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani. Un modo insomma per evidenziare come per il federalismo fiscale, con questi tagli, non c’è spazio.
– Questa manovra uccide le Regioni ed è difficile fare il federalismo con il morto – osserva il governatore della Puglia, Nichi Vendola.


Le Regioni, che mostrano ancora una volta la propria compattezza non solo parlando con la stampa, al termine della Conferenza delle Regioni odierna, ma anche in un ordine del giorno che hanno approvato all’unanimità, chiedono a Berlusconi di essere ricevute e udienza anche ai presidenti di Camera e Senato, dicendosi poi pronte a ‘’dare una doverosa informazione al presidente della Repubblica’’. Fanno di tutto insomma, per mostrare ‘’le gravi ripercussioni che la manovra comporterà per l’intero Paese’’, scrivono nell’ordine del giorno, nel quale si dicono anche fortemente preoccupate ‘’per le mancate risposte del governo alle loro richieste e proposte’’ e per i ‘’tentativi di creare divisioni tra le Regioni ad autonomia ordinaria e speciale’’.


Non si danno per vinte, insomma, e per di fugare i dubbi su sprechi e costi eccessivi che, secondo le accuse, caratterizzano le loro amministrazioni, chiedono l’istituzione di una commissione straordinaria, Governo-Regioni, con il compito di verificare i costi di gestione delle pubbliche amministrazioni per trovare altri risparmi da investire in chiave anti crisi. Il presidente Errani ha anche chiesto ad Anci e Upi, rispettivamente le associazioni di Comuni e province, di costruire insieme una piattaforma per gestire la difficile situazione che si è venuta a creare.
– Le ricadute dei tagli alle Regioni – ha detto Errani – pioveranno ovviamente su Province e Comuni.


Pronta la risposta del presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Sergio Chiamparino, il quale ha dichiarato:
– L’Anci accoglie la sollecitazione che arriva dalle Regioni segnalando la necessità di una sempre maggiore compattezza del comparto Regioni ed Enti locali, utile per il necessario confronto con tutti i livelli istituzionali e con le forze politiche e sociali.


Che il fronte dei governatori sia compatto, lo sottolinea il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che tiene a dire:
– Il documento della Conferenza delle Regioni è stato approvato all’unanimità, compresi i colleghi Cota e Zaia della Lega.


Del resto, solo qualche ora prima, era stato lo stesso collega di Formigoni, il governatore del Veneto Luca Zaia, a osservare che, con la manovra, ‘’ad essere in grande difficoltà sono le Regioni’’ e a chiedere quindi al Parlamento ‘’di ascoltare il grido d’appello che arriva da questi enti’’.


Sempre nel centrodestra, il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, fa notare come ‘’la posizione ferma del ministro Tremonti non aiuta di certo il dialogo’’ mentre dalla Sardegna, Ugo Cappellacci sottolinea come ‘’la politica di rigore non può risolversi nel taglio indiscriminato di quei trasferimenti indispensabili affinchè le Regioni possano esercitare in maniera compiuta le funzioni riconosciute dalla Costituzione e nella compressione di quell’autonomia che per la Sardegna, a Statuto Speciale, è irrinunciabile e poggia su basi storiche’’.

E il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ricorda che le ‘speciali’ ‘’sanno di dover essere responsabili e non hanno bisogno dei richiami di nessuno’’.
– Si rifiutano però – sottolinea – di essere additate, strumentalmente, ogni giorno, come Regioni del privilegio.
Ma tutto questo approccio, per il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, ‘’è sbagliato. Regioni, Province e Comuni – sostiene – devono comprendere che il governo sta cercando di spiegare in tempo e con efficacia che questa è una manovra straordinaria’’.