Borse, torna la paura frena anche Cina

MILANO – Borse a picco con la nuova ondata di crisi. L’allarme sul deficit pubblico europeo ha portato la moneta unica a nuovi minimi nei confronti di yen, dollaro, franco svizzero e sterlina e per tutta risposta l’Europa ha bruciato 145 miliardi di euro. Mentre prosegue l’allarme deficit pubblico per Eruolandia, lo spettro della recessione coinvolge inaspettatamente l’economia cinese, che ad aprile ha segnato un rialzo dello 0,3 per cento. Troppo poco secondo gli investitori, che hanno buttato a mare i titoli delle materie prime, data la posizione dominante della domanda del Celeste Impero, che da solo divora ormai il 45% della produzione mondiale di metalli.


Al di là dell’Atlantico, invece, Wall Street ha incassato il vero e proprio crollo della fiducia dei consumatori, scesa da quota 63,3 a 52,9, ben 10 punti sotto alle attese degli analisti.
– Abbiamo già marcato un rallentamento nella crescita globale – ha commentato un analista di Bnp Paribas Fortis Global market a Bruxelles – e oggi tutti si chiedono la stessa cosa: quanto durerà ancora e quanto sarà forte la seconda parte della recessione.


In pratica, secondo l’analista, ‘’i mercati azionari dovranno convivere ancora con una elevata dose di incertezza’’. Si è creata così in poche ore una miscela esplosiva, che ha colpito senza distinzione tutti i listini e i settori azionari, in primis le banche, affiancate da auto e materie prime.


Sul fronte del credito ha pesato il clima di attesa sugli stress-test della Bce che, secondo il Wsj, avrebbe deciso di ampliare la platea degli istituti interessati, portandola a 70/120 banche. Oggi, inoltre, è prevista l’offerta di un nuovo prestito a 3 mesi agli istituti europei, la cui reazione mostrerà il grado di fiducia nei confronti della banca centrale, alla vigilia della scadenza del precedente prestito annuale da 442 miliardi di euro. Secondo l’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, ‘’le autorità hanno seguito questa crisi in modo eccellente’’.
– Abbiamo visto – ha proseguito – quello che la Bce, dall’agosto del 2007, è stata in grado di fare: non vedo particolari problemi.


In campo bancario hanno segnato il passo Credit Agricole (-7,94%), Intesa Sanpaolo (-7,76%) e Bbva (-7,24%). Giù anche Bnp (-6,92%) e Santander (-6,79%), calo limitato invece per le elleniche Piraeus (-1,18%) e Alpha Bank (-0,97%), nel giorno in cui ad Atene e nelle principali città della Grecia sono nuovamente scesi in piazza lavoratori e pensionati per protestare contro la riforma delle pensioni decisa dal governo di George Papandreu per fare fronte al deficit pubblico ellenico. In calo gli automobilistici con Peugeot (-5,99%), Fiat (-5,92%) e Renault (-5,55%), insieme a Daimler (-4,03%), Bmw (-3,12%) e Volkswagen (-2,68%), che hanno risentito del rallentamento del ciclo economico cinese, terreno di confronto di tutti i principali produttori occidentali.

La sensibile frenata dell’economia della tigre asiatica ha però pesato soprattutto sul fronte delle materie prime, dato il ruolo della Cina nei consumi mondiali di metalli. Così Rio Tinto ha ceduto il 6,39%, ArcelorMittal il 6,31% e Xstrata il 6,07%. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse mondiali. – Tokyo -1,27% – Hong Kong -2,31% – Shanghai -4,27% – Sidney chiusa per festivita’ – Londra -3,10% – Parigi -4,01% – Francoforte -3,33% – Madrid -5,45% – Milano -4,44% – Amsterdam -3,46% – Stoccolma -3,12% – Zurigo -2,64% – New York (Dow Jones) -2,57% (seduta in corso) – New York (Nasdaq) -3,34%.