Usa-Russia, di nuovo gelo dopo l’arresto delle spie

“Non ci hanno spiegato il nocciolo della questione”, si è limitato a commentare il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. “Certo è”, ha aggiunto in un’intervista televisiva, “che hanno scelto con grande raffinatezza il momento” in cui fare gli arresti.

Il Servizio di Spionaggio Esterno della Russia (Svr) aveva fatto sapere, in precedenza, di non voler commentare lo smantellamento negli Stati Uniti di una vasta rete di spionaggio, accusata di lavorare per Mosca. “Non commentiamo queste informazioni”, aveva detto all’agenzia Ria Novosti il capo dell’ufficio stampa del Svr, Sergei Ivanov. Le autorità americane hanno annunciato lunedì di aver arrestato dieci persone sospettate di lavorare su suolo statunitense a favore della Russia. Bocche cucite anche nello staff del premier russo, Vladimir Putin, una carriera nel Kgbprima di diventare presidente e poi premier.

Putin incontrerà più tardi l’ex presidente americano, Bill Clinton, ma il suo portavoce, Dmitry Peskov, oltre a non voler commentare gli arresti ha precisato che nell’incontro i due affronteranno solamente “temi riguardanti le relazioni tra Russia e Stati Uniti”. L’operazione del Fbi è stata portata a termine a pochissimi giorni dalla visita di Dmitry Medvedev negli Stati Uniti.

Il capo del Cremlino aveva siglato un accordo per l’acquisto di 50 Boeing, per un prezzo complessivo di 4 miliardi di dollari, aveva visitato Silicon Valley e, nella sede di Twitter, inviato il suo primo messaggio sul social network, e ‘festeggiato’ lo sbarco nella terra dell’ex nemico storico con hamburger e patatine fritte, pagate da Barack Obama in un fast-food nei pressi della Casa Bianca.