Sciopero delle «toghe», incrociano le braccia tutti i magistrati

ROMA – Tutti i magistrati, ordinari, amministrativi e contabili, oggi incroceranno le braccia. Lo faranno per la prima volta coralmente, lo stesso giorno, per protestare contri i tagli ‘’inqui’’ e ‘’punitivi’’ previsti sulle loro retribuzioni (specialmente dei più giovani) dalla manovra economica. Una protesta che il governo ha tentato di scongiurare in extremis.
– Presenteremo un emendamento e credo che la categoria ne farà oggetto di considerazione – ha annunciato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
– Prendiamo atto – ha replicato il presidente dell’Anm, Luca Palamara – la trattativa va avanti, ma la protesta resta.


Deciso nelle scorse settimane dal Comitato intermagistrature, lo sciopero delle ‘toghe’ ha avuto già come prologo assemblee e manifestazioni di protesta a livello locale (dal 21 al 25 giugno, ad esempio, i magistrati ordinari senza cancellieri hanno rinviato le udienze). Ma la giornata ‘clou’ sarà oggi. L’associazione nazionale magistrati (Anm), già sul piede di guerra contro il ddl intercettazioni, non proclamava l’astensione dal lavoro dai tempi in cui l’ex Guardasigilli Roberto Castelli aveva messo mano alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Ora tornerà a scioperare per ‘’rappresentare all’opinione pubblica – si legge nel documento che sarà diffuso in tutti i tribunali – le gravi inquità di una manovra che paralizza l’intero sistema giudiziario, scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e l’autonomia della magistratura’’.

L’Anm guidata da Luca Palamara e da Cascini si è tuttavia impegnata a ‘’ridurre al minimo’’ i disagi, richiamandosi al ‘’rigoroso rispetto’’ del codice di autoregolamentazione della categoria. Sciopero sì, dunque, ma saranno comunque garantiti i processi con imputati detenuti e tutti i processi urgenti civili e penali. Non salteranno, ad esempio, i processi relativi ai licenziamenti o quelli per cui è imminente la prescrizione, così come saranno assicurati gli adempimenti urgenti e indifferibili dei pubblici ministeri.

Allarmati in particolare dal blocco dei meccanismi di progressione economica e dal congelamento degli effetti economici degli avanzamenti di carriera ottenuti con il superamento di valutazioni di professionalità, i magistrati ordinari hanno posto l’accento sui gravi effetti che queste misure avranno sugli stipendi dei più giovani. Ma la preoccupazione per i tagli agli stipendi è condivisa anche da chi, come i consiglieri di Stato, non hanno mai scioperato in tutta la loro storia.

I supremi giudici amministrativi di Palazzo Spada aderenti alla maggiore associazione di categoria incroceranno le braccia oggi, giorno in cui non sono previste nè udienze nè adunanze, così da limitare i disagi ai cittadini. Rinunceranno comunque alla retribuzione per protestare contro una manovra che colpisce solo i dipendenti pubblici e che è ‘’palesemente irragionevole’’ anche all’interno della magistratura in quanto graverà in misura maggiore su chi guadagna meno. Più dure ancora le toghe amministrative di Tar e Consiglio di Stato aderenti all’Anma, che hanno deliberato l’astensione dal lavoro per due udienze a partire dal 21 giugno fino alla metà di luglio. Infine, oggi scioperano anche i magistrati della Corte dei Conti, il cui sindacato continua a segnalare al governo e al parlamento ‘’inefficienze e sprechi sui quali sarebbe possibile incidere concretamente, recuperando anche nell’immediato risorse ben superiori a quelle che potranno derivare dai tagli previsti nella manovra’’.