Generale in congedo si suicida durante una perquisizione

BOLOGNA – Intorno alle sette di ieri mattina, gli uomini della Guardia di Finanza del II Gruppo si sono recati nell’appartamento dove l’ex generale viveva con moglie e figlia in via Nadi, nella prima periferia della città.

Il decreto di perquisizione è stato disposto nell’ambito di una indagine che vede indagate complessivamente 10 persone – tra cui lo stesso Cardile e altri tre finanzieriper i reati (constestati a vario titolo) di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, omessa denuncia del reato da parte di pubblico ufficiale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta ha preso spunto da alcune presunte irregolarità della società riminese Rimini Yatch.

Cardile, dopo aver letto il provvedimento di perquisizione, ha chiesto di potersi andare a vestire in camera da letto poiché era ancora in pigiama: è stato accompagnato sulla soglia della camera e, con un gesto improvviso, ha estratto una pistola dall’anta dell’armadio e si è esploso un colpo alla testa.