Bonaiuti smentisce: «Nessuno scontro tra Berlusconi-Tremonti»

ROMA – Acque agitate alla vigilia del voto finale sulla manovra che avverrà tra oggi e domani in commissione Bilancio al Senato. La situazione politica generale non aiuta certo a rasserenare gli animi e circolano voci su possibili scontri tra il premier, Silvio Berlusconi e il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. Voci però immediatamente smentite dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.

L’opposizione ne approfitta per lanciare stoccate all’indirizzo della ‘tenuta’ dell’esecutivo e il dibattito piu che sulla manovra si concentra sul possibile ricorso alle urne e sullo scompaginarsi della maggioranza. Ma a riportare il dibattito su temi più tecnici ci pensano le imprese e le regioni.
– Il titolo di apertura del ‘Corriere della Sera’ relativo allo scontro tra il presidente del Consiglio ed il ministro dell’Economia è assolutamente infondato – dice Bonaiuti – la collaborazione tra il presidente Berlusconi ed il ministro Tremonti si basa su una solida amicizia e sulla condivisione totale dell’azione di Governo.


Nessuno scontro dunque. Ma l’opposizione parte decisamente all’attacco.
– Se questo esecutivo non è in grado di governare la palla passi al Colle perche’ l’Italia in questo momento di crisi economica ha bisogno di essere governata – dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta che punta il dito sulla ‘’difficolta’ a gestire la manovra economica con ‘refusi’ sulle pensioni, scontro con gli enti locali e polemiche sulle tredicesime’’.


E Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera puntualizza:
– Siamo di fronte al solito gioco delle parti: dello scontro Berlusconi-Tremonti è evidente l’intento di gettare fumo negli occhi degli italiani e calmare una maggioranza che sta esplodendo.


E mentre infuria la polemica le imprese, tutte insieme, lanciano un allarme sulla parte fiscale della manovra.
‘’Le imprese fanno appello al Parlamento e al Governo, al Presidente Berlusconi e al Ministro Tremonti affinchè vengano modificate queste norme, che, nella formulazione attuale, costituiscono violazioni gravi dei diritti dei contribuenti e nulla hanno a che fare con il contrasto all’evasione’’.

La nota viene firmata da Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti).
Le regioni tornano all’attacco. Ad esempio Renata Polverini che nei giorni scorsi si era dimostrata disponibile a riaprire il dialogo taglia corto: – Tremonti non può trattarci così.


E il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dice ‘’cambiare la manovra è una necessità’’. Poi avverte:
– Il ministro Tremonti deve cambiare modo di rivolgersi alle Regioni.


Infine il relatore della manovra, Antonio Azzollini, si difende e spiega che il taglio delle tredicesime non è stata una sua idea mentre conferma la tesi del ‘’refuso’’ del ministro Maurizio Sacconi sui contributi. Ma c’è già chi chiede la sua ‘testa’: il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, si dice infatti ‘’sconcertato dall’emendamento presentato da Azzolini’’ e malgrado l’ipotesi sia stata smentita persino dal presidente del Consiglio chiede le dimissioni del senatore.