Si accelera sull’adeguamento dell’età pensionabile

Una nuova versione dell’emendamento del relatore alla manovra prevede infatti che la riforma (secondo cui l’aggiornamento dei requisiti alla speranza di vita deve esserci ogni tre anni) parta il primo gennaio del 2015.

La novità della proposta di modifica è che il secondo adeguamento scatterà già dal primo gennaio 2016, e non 3 anni dopo, come previsto originariamente. È stato invece tolto lo stop al requisito dei 40 anni
di contributi per l’accesso alla pensione, che aveva sollevato un vespaio di polemiche.

Nella relazione tecnica all’emendamento si precisa che “al fine di uniformare la periodicità temporale dell’adeguamento dei requisiti a quella prevista” dalla legge Dini (335/1995), “il secondo adeguamento è effettuato, derogando
alla periodicità triennale, con decorrenza primo gennaio 2016 e a tal fine l’Istat rende disponibile entro il 30
giugno dell’anno 2014 il dato relativo alla variazione nell’anno precedente della speranza di vita all’età corrispondente a 65 anni in riferimento alla media della popolazione residente in Italia”.

L’adeguamento era infatti stato previsto alla legge Dini ma poi non era stato attivato. L’aumento dei requisiti dal primo gennaio 2015, si legge ancora nella relazione, “è stimato pari a 3 mesi” e per i successivi adeguamenti triennali dal 2019 la stima è pari a 4 mesi per gli adeguamenti fino a circa il 2030, con successivi adeguamenti inferiori e attorno ai 3 mesi fino al 2050 circa. Ciò comporta un adeguamento
cumulato , ad esempio nel 2050, pari a circa 3,5 anni”. Naturalmente si precisa che gli adeguamenti effettivamente applicati risulteranno quelli accreditati dall’Istat a consuntivo”.