Petacchi sfreccia al Tour

PARIGI – Impresa azzurra al Tour: Alessandro Petacchi ha strappato in volata la prima tappa in linea del Tour de France arrivando con le braccia al cielo sul traguardo di Bruxelles.


L’italiano è spuntato da un groviglio di bici dopo un’impressionante serie di cadute nell’ultimo chilometro che hanno messo a terra prima Freire e Lorenzetto, poi il rivale di tappa Cavendish. Fuori anche Cancellara, che però conserva la maglia gialla. Coraggioso, potente, Petacchi ha pedalato con le gambe e con il cuore in uno sprint capolavoro, battendo l’australiano Mark Renshaw ed il norvegese Thor Hushovd. Una bella vittoria, sofferta, enorme, la quinta nella corsa francese a sette anni dall’ultimo Tour.


Dopo una stagione sfortunata, segnata dall’amaro del Giro, per Petacchi è una rivalsa personale. Il velocista della Lampre, 36 anni, la dedica ai suoi compagni di squadra, dice nell’emozione della fine, e a suo figlio.
“L’arrivo era difficile, in salita, con il vento contrario – ha commentato il ligure, con la maglia verde addosso – Quando sono scattato mi sono reso conto che sarebbe stato molto difficile, che ero partito da lontano perché ho preferito anticipare”.


L’arrivo allo sprint non era scontato. Sul finale, un vallone di 1.600 metri da correre a velocità folli. Prima Petacchi perde Lorenzetto. Poi cadono in trenta, tra questi anche Fabian Cancellara. Il tempo viene fermato e lo svizzero resta in giallo. Tra le sgomitate verso il traguardo vengono agganciati anche l’altro rivale, l’americano Tyler Farrar, ed il britannico Mark Cavendish. Petacchi invece c’è. E’ tutto vento e sole e strade piatte dal porto di Rotterdam a Bruxelles su 223 chilometri (la seconda tappa più lunga della Grande Boucle), passando per le dighe olandesi.


In programma, 125 passaggi pericolosi, 20 rondò, 101 terrapieni e 18 restringimenti. Il via alle 11.20 del mattino senza Cardoso e Frank, caduti nel cronoprologo. 52 chilometri più lontano, parte la fuga: scatta l’olandese Lars Boom (Rabobank), lo seguono il belga Marteen Wynants (Quick Step) e lo spagnolo Alan Perez (Euskaltel). Sono a 7’24” dal gruppo.


Le strade sono affollatissime di fan. Imprevisto al 167º chilometro: un cane entra in strada e mette a terra David Millar. La caduta coinvolge anche Ivan Basso, ma senza grosse conseguenze. L’italiano cambia bici e torna in gara (più tardi cambia in corsa anche le scarpe). Ritorno in testa. A – 25 i tre fuggitivi diventano due con il moldavo Alexandr Pliuschine (Katusha) che la spunta su Wynants. E’ già il tempo dei treni e la rincorsa al primo posto. Finale delirante, nel caos totale Petacchi esce vittorioso. Dietro di lui solo 25 corridori tagliano il traguardo.

All’arrivo c’erano il re Alberto II ed Eddy Merckx, 65 anni, l’uomo delle 115 maglie gialle, altro protagonista della giornata che è a lui dedicata. In maglia gialla c’é persino il Manneken pis, il simbolo di Bruxelles. Tappa tutta belga domani tra Bruxelles e Spa, una sola volta città-tappa del Tour, nel 1962, su 201 chilometri e con sei salite, le ultime tre (Aisomont, Stockeu e Rosier) di terza categoria. Ma intanto ieri la festa è stata azzurra.