Regioni sul piede di guerra, domani l’incontro col premier

ROMA – Venerdì Berlusconi e Tremonti incontreranno i presidenti delle Regioni sulla manovra finanziaria. L’annuncio arriva, a fine giornata di ieri, in una nota congiunta del premier Silvio Berlusconi e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti dopo la decisione dei presidenti della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, dell’Anci Sergio Chiamparino e dell’Upi Giuseppe Castiglione di non partecipare alla Conferenza unificata Stato-Regioni prevista oggi a meno che il premier non fosse stato presente o avesse incontrato le autonomie prima di quella riunione per un confronto sui tagli previsti dalla manovra.


Nel merito il premier e il ministro dell’Economia fanno sapere che «da parte del governo c’è il massimo impegno nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro».


Errani giudica la convocazione dell’incontro con il presidente del Consiglio un «primo passo utile per avviare un confronto nel merito».
– Naturalmente l’incontro che è stato richiesto da Regioni, Province e Comuni – sottolinea – dovrà prevedere la presenza di tutti i protagonisti. Quanto al merito avremo modo di illustrare le nostre buone ragioni e le nostre preoccupazioni per servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese.
In mattinata, nella conferenza stampa congiunta dei rappresentanti degli enti locali, il presidenti della Conferenza delle Regioni aveva annunciato di aver «inviato una lettera al ministro Fitto perché metta all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni l’intesa per la riconsegna delle deleghe», riferendosi all’intenzione dei governatori di restituire allo Stato le competenze delegate con la legge Bassanini.


Intanto Berlusconi e Tremonti fanno sapere che «la manovra sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia da parte del governo, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese».
«I saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili – assicurano -. Non si tratta, infatti, di numeri casuali o arbitrari, ma di numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico».