Siddi (Fnsi): «Lo sciopero era inevitabile»

ROMA – A poche ore dall’inizio dello sciopero nazionale della stampa, il segretario generale del Fnsi, Franco Siddi, torna a ribadire l’inevitabilità della protesta ‘’non essendo sopraggiunto alcun fatto nuovo’’ circa il ddl che rischia di mettere a tacere tutto il sistema di informazionen italiano.
– Ci sono stati appelli di diverse società che ritenevano di dover manifestare in altro modo – spiega Siddi che ha confermato l’intenzione della Federazione della stampa di ricorrere alla Corte europea – io credo che di volta in volta esistano diverse iniziative sindacali e diverse forme di partecipazione. Finora abbiamo promosso tanti tipi di protesta.

Lo sciopero è solo l’ultimo, ma per noi la piazza è un mezzo, un luogo d’espressione, non un fine. Il nostro fine è far arretrare una legge sbagliata.
Siddi ha poi aggiunto:
– Questo sciopero è un mezzo per coinvolgere tutte le rappresentanze del giornalismo italiano, che non sono solo quelle delle grandi televisioni e dei grandi giornali, ma anche di tutti coloro che non hanno altro modo per esprimere il proprio dissenso. Qualcuno ci ha detto che forse era tempo di mettere più fantasia, con proteste alternative e magari i giornali distribuiti a zero euro. Con gli editori abbiamo tentato di mettere in piedi altre iniziative, ci siamo arrivati vicini, ma non in tempo. Ci può essere qualcuno tra i colleghi che pensa anche sia opportuno usare questa circostanza per diventare protagonisti di un movimento politico. Ma questo non è il ruolo del sindacato.

Il segretario ha poi ribadito l’obiettivo di questo sciopero.
– La nostra istanza è stralciare l’informazione da questo ddl che riguarda le intercettazioni, strumento di indagine delle forze dell’ordine e della magistratura. Potranno fare un accordo ma a noi non andrà bene se rimarrà la stessa forma sui nuovi limiti all’informazione. Per noi è una questione di merito che va ben oltre la sopravvivenza politica di Berlusconi.

Per tutte queste ragioni, ribadisce Siddi, lo sciopero rimane ancora saldamente in piedi. Con lui è anche Giovanni Rossi, segretario aggiunto del Fnsi.
– Noi non entriamo dentro questi giochi politici – aggiunge Rossi – ma sul merito di una legge che limita la libertà di informare dei giornalisti ed il diritto dei cittadini ad essere informati. Mi sembra che questa sia la dimostrazione della nostra autonomia, indipendenza e coerenza.

Lo sciopero è ‘’l’unico mezzo per arrivare a tutti i nostri interlocutori’’ anche secondo Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, che ribadisce ‘’adesione piena e convinta a questa
iniziativa che riteniamo ineludibile’’.
– Sono d’accordo – prosegue Verna – che senza un fatto nuovo non si potesse revocare lo sciopero, per un fatto pratico e democratico. In Rai sciopereranno i colleghi delle testate e delle trasmissioni giornalistiche, sereni di fare qualcosa pienamente in sintonia con la nostra missione di servizio pubblico.