Caso Lodo Alfano, il Quirinale reagisce

Il Colle non ci sta e, con una nota, reagisce duramente “a proposito di alcuni articoli ambigui e
provocatori sulle prerogative del Presidente” del quotidiano Il Giornale e del Fatto Quotidiano, che danno
conto di un emendamento – poi ritirato – al Lodo Alfano costituzionale presentato da alcuni senatori del Pd
che prevedeva uno ‘scudo’ totale sui reati penali per il Capo dello Stato.

“La Presidenza della Repubblica – si legge nella nota del Quirinale – resta sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell’una o nell’altra
Camera, di proposte di legge d’iniziativa parlamentare, la cui presentazione non deve – a differenza dei
disegni di legge d’iniziativa governativa, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione – essere neppure autorizzata
dal Capo dello Stato. Ciò vale anche per la proposta di legge costituzionale (a firma del senatore Gasparri
ed altri, recante disciplina dei processi nei confronti delle alte cariche dello Stato) attualmente in discussione
alla prima Commissione del Senato della Repubblica e per qualsiasi emendamento presentato in quella sede”.

“Ciò nonostante – prosegue la nota – il quotidiano Il Giornale – dopo che già ieri (Il Fatto
Quotidiano era intervenuto ambiguamente sull’argomento – ha tratto spunto da tale vicenda parlamentare
per un sensazionalistico titolo e articolo di prima pagina, destituiti di qualsiasi fondamento, la cui natura
ridicolmente ma provocatoriamente calunniosa nei confronti del Presidente della Repubblica non può
essere dissimulata da qualche accorgimento ipocrita: la Presidenza non può non rilevarne la gravità”.

“Il Presidente della Repubblica – precisa il Quirinale – non ha comunque nessun motivo, né personale né istituzionale, per sollecitare innovazioni alla normativa vigente, quale è sancita dalla Costituzione, sulle prerogative del Capo dello Stato”.

In un editoriale in prima pagina sul Giornale dal titolo “Ma che ha combinato Napolitano”, il vicedirettore del quotidiano Alessandro Sallusti scrive: “Che cosa avrà mai
combinato di così grave e inconfessabile il presidente Giorgio Napolitano? A nostro avviso, nulla. Secondo
il Pd, invece – sostiene Sallusti -, l’inquilino del Colle potrebbe presto incappare in qualche problema
giudiziario, tanto da chiedere una legge che lo protegga in modo tombale”.

“Lo ha rivelato, nell’edizione
di ieri – prosegue Sallusti – il quotidiano Il Fatto lasciando di stucco il mondo della politica. Tanto
che i firmatari della proposta di legge si sono affrettati a ritirarla, spiegando che si è trattato di un errore”. “La
cosa sarebbe da liquidare con una risata – si legge ancora nell’editoriale – se a firmare la proposta non
fosse un gruppo di senatori, tra i quali Stefano Ceccanti, autorevole costituzionalista del Pd, e l’ex magistrato
Felice Casson, entrambi impegnati in prima linea nel cercare di impedire l’introduzione di scudi giudiziari
(assai più modesti di quello in questione) a tutela del premier e dei ministri”.