Italia, Buffon insiste: “Puntare sui giovani”

L’Italia del calcio tornerà forte “quando si comincerà sin dai settori giovanili a fare un certo tipo di calcio, che culturalmente possa premiare un po’ i giocatori anche più tecnici seppur non abbiano magari dei fisici enormi”. Lo ha detto Gigi Buffon nel corso di una lunga intervista a ‘Chiambrettopoli’ il programma di Piero Chiambretti in onda su Radio2.

Un’intervista partita naturalmente dalla stretta attualità: l’intervento chirurgico alla schiena al quale il portiere è stato sottoposto qualche giorno fa. “Gigi, sei ancora ubriaco come dice il tuo procuratore, grazie all’anestesia dell’operazione?”, la domanda d’avvio di Chiambretti.

“Diciamo che ero su di giri. L’anestesia mi aveva mandato su di giri, almeno quella”, la risposta. “Adesso sei nuovo di zecca, pronto a ricominciare. Ho letto – tocca a Chiambretti – che sarai capitano della squadra di Prandelli d’Italia e quindi hai già messo, diciamo, le mani sulla nuova nazionale”.

Buffon: “No, no. Questo è quello che mi auguro e che possa accadere. Poi, insomma come tutte le cose, come in tutti i lavori uno se lo deve sempre meritare e deve sempre confermare di meritarselo”. Quanto all’esito della spedizione in Sudafrica, per il portiere “errore è statonon vincere con la Nuova Zelanda, perché anche se non eravamo all’altezza rispetto a quelli del 2006, l’errore è stato che avevi un girone ugualmente abbordabile. Come del resto, credo che è inutile fare paragoni tra 2006 e 2010 perché insomma, le rose messe a disposizione e fatte dall’allenatore, penso che avessero delle potenzialità completamente diverse”.

Chiambretti ‘provoca’ il numero uno della Juve e della Nazionale parlando del suo sostituto ai Mondiali, Marchetti: “C’è da
dire che dopo di te c’è un baratro…perché il giovane Marchetti, che pure è un portiere promettente, lo
abbiamo visto tutti, lo hai visto anche tu…”. “Io penso che – la risposta di Buffon -, ora onestamente, che lui ha fatto quello che poteva fare, tecnicamente in una situazione simile con una squadra come la nostra che era in difficoltà. E’ chiaro che non ha potuto, diciamo, fare di meglio. Ma io credo che per il portiere, come per
ogni giocatore, il giocar bene o male molto dipende dalla squadra e dal momento che sta vivendo quest’ultima”.

Si parla ovviamente anche di Lippi, partendo dalla frase di Buffon dopo l’operazione: “mi sono tolto un peso”. Chiambretti chiede se intendesse dire l’ernia o Lippi. “No, l’ernia sicuramente. Perchè Lippi per me, e penso anche per tutti gli italiani, gli sportivi, non sarà mai ricordato come un peso, ecco perché alla fine quello che, insieme a noi insomma, ci ha regalato nel 2006 è stato incancellabile per sempre”. Sta di fatto – replica Chiambretti – che in Italia non c’è riconoscenza o memoria perché, oggi come oggi, Marcello Lippi già sul pianerottolo di casa viene contestato dai propri vicini di appartamento a Viareggio,
lo abbiamo visto anche in televisione prendere a male parole alcuni inviati di Mediaset. Come si passa
Gigi dalle stelle alle stalle?”.

“Secondo me – dice il portiere – una persona come il mister non è che abbia
molti problemi, nel senso che si è preso anche la paternità di questo insuccesso, si è preso tutte le
colpe, è una persona che ci ha messo sempre la faccia”. Buffon aggiunge che “era una squadra che in quel
momento era in grosse difficoltà”, e “penso che innanzitutto il gruppo era formato anche da tanti ragazzi.
Certe competizioni non è che abitudinariamente le abbiano frequentate per cui è normale che qualche contraccolpo psicologico o anche di personalità ci fosse. È chiaro che l’anno prima in Confederation
Cup era stata fatta una campagna stampa nella quale si diceva che i giocatori del 2006 in fondo potevano
restare a casa per cui ci sono stati anche tanti cambiamenti, però nonostante le competizioni, ci vuole
anche gente di esperienza”.

Il portiere aggiunge di essere convinto del fatto che di fenomeni in giro non ce ne erano così tanti, “credo sinceramente sia la verità. Anche perché qualsiasi tipo di giocatore, uno o due che portavi, non penso che avrebbe cambiato le sorti di questo Mondiale”.

Infine il rientro in squadra: “Non ho idea, penso che possano essere tre mesi, come possono essere quattro, però nonsi può dire”. E sul fatto che a Pinzolo, dove la Juve ha cominciato il ritiro precampionato, i tifosi che si sono visti quest’anno siano poco più di duemila contro gli 8mila di un anno fa, Buffon replica a Chiambretti “è che non sono ancora arrivato, vedrai che appena arrivo, arrivano gli altri 5.500”. E su Cannavaro in Dubai, “voleva imparare l’inglese, vivere a Dubai, fare un’altra esperienza…. Sono tante le motivazioni”.