Adesso è scontro tra Regioni e governo

“L’incontro ha avuto un esito per noi molto negativo”, il taglio di 10 miliardi sui trasferimenti “ci mette nelle condizioni di non poter esercitare le competenze di cui le Regioni hanno la responsabilità”: così il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani commenta, in conferenza stampa, l’incontro dei governatori con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, avvenuto ieri a Palazzo
Chigi.

Errani ha ribadito come la manovra sia “totalmente squilibrata a sfavore degli enti locali e in primo
luogo delle Regioni”, annunciando di aver avanzato “con ancora maggiore convinzione la richiesta di
mettere al centro della Conferenza Stato-Regioni l’intesa per la riconsegna delle deleghe e delle competenze
perché non siamo non grado di esercitarle”.

A questa richiesta il ministro Tremonti avrebbe risposto,
riferisce Errani, indicando la necessità di fare una legge per realizzare questo passaggio di competenze.
“Ho chiesto al premier – aggiunge il presidente della Conferenza delle Regioni – di comunicare insieme al
Paese le conseguenze di questi tagli, quelle oggettive, relative ai servizi, perché deve essere chiaro quello
che accade e accadrà nei prossimi mesi”.

In una nota, Palazzo Chigi sottolinea invece come “i saldi
della manovra erano, sono e saranno intangibili. Non si tratta infatti di numeri casuali od arbitrari, ma di
numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato
assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico”. Per il governo “questa manovra non è e non va considerata come un intervento unico, isolato, ma
come parte di una strategia complessiva di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Una strategia che, per
quanto riguarda questo Governo, è iniziata già con la legge finanziaria ‘triennale’ del 2008.

Assumendo in
questi termini la giusta prospettiva – spiega l’esecutivo -, è assolutamente evidente che l’incidenza complessiva della politica di rigore operata in questi anni è stata, è e sarà nell’insieme distribuita
su tutte le voci che sono parte del bilancio dello Stato. Ciò considerando non solo questa manovra
ma anche la legge finanziaria ‘triennale’ che, a sua volta, si aggiunge agli altri interventi fatti nel passato”.
Perciò, replica il governo alla richiesta delle Regioni di riequilibrare la manovra, “ciò che viene rilevato ora
come ‘squilibrio’ a carico dei governi locali va, dunque, valutato in base a ciò che è già stato operato a
carico del governo centrale (e non può essere ulteriormente incrementato). Ciò – sostiene il governo – rende oggettivamente impraticabile l’ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all’altra”.


Nel corso dell’incontro la Conferenza delle Regioni ha inoltre ribadito la proposta di una commissione a
costi ‘zero’ per la verifica degli sprechi e la richiesta della garanzia (accolta a quanto riferisce Errani)
“che tutti i decreti di attuazione del federalismo fiscale devono essere coerenti e avvenire in contemporanea,
perché il federalismo fiscale non si può fare a pezzi, altrimenti alla fine i conti non tornano e saremmo
in difficoltà”. “Siamo preoccuparti – conclude il Governatore dell’Emilia- Romagna -, siamo convinti di aver proposto una base molto seria per un accordo, noi vogliamo fare sacrifici ma non riusciamo a capire
perché non sia possibile un accordo, sembra che ci sia una impuntatura che non fa bene al Paese: continueremo a lavorare – assicura – per trovare un’intesa, chi vuole andare verso il federalismo
non può prendere la strada opposta, quella di un pieno centralismo”.