Eolico, si allarga l’inchiesta indagati Dell’Utri e Cosentino

ROMA – Il senatore Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino sono indagati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere nei giorni scorsi Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino. A iscrivere i due politici nel registro degli indagati è stato il pubblico ministero di Roma, Rodolfo Sabelli, al quale è affidata l’indagine stralcio dall’inchiesta sull’eolico.


I reati ipotizzati per Dell’Utri e Cosentino, come per Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, sono quelli di associazione a delinquere semplice e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi che vieta la ricostituzione delle società segrete.

Eolico P3, indagati anche dell’Utri e Cosentino


Al nome del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, si aggiungono, nella lista degli indagati, anche quelli del sottosegretario all’Economia e del senatore del Popolo della Libertà

ROMA – Si allarga l’inchiesta della Procura di Roma sulla loggia segreta che avrebbe tentato di condizionare pezzi dello Stato. Al nome del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, si aggiungono, nella lista degli indagati, anche quelli del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, e del senatore del Popolo della Libertà, Marcello Dell’Utri. Anche per loro i reati ipotizzati sono quelli di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete.


La conferma dell’iscrizione dei due esponenti del centrodestra, giunge a cinque giorni dagli arresti dell’imprenditore Flavio Carboni, dall’ex esponente della Dc campana Pasquale Lombardi e dall’imprenditore Arcangelo Martino. Per l’accusa il gruppo avrebbe creato una organizzazione volta a ‘’condizionare il funzionamento degli organi costituzionali’’ intervenendo anche sul Lodo Alfano con pressioni su i giudici della Corte Costituzionale. I nomi dei nuovi indagati arrivano il giorno dopo le dimissioni del consigliere regionale della Campania Ernesto Sica e dell’avvocato generale della Cassazione Antonio Martone, entrambe implicati nella vicenda.


Ieri il premier Silvio Berlusconi ha telefonato al coordinatore del Pdl Denis Verdini, anche lui indagato nella tranche P3, esortandolo ad andare avanti nel lavoro. Nell’ordinanza, firmata dal Gip Giovanni De Donato, si fa riferimento anche ad un tentativo messo in atto dalla ‘’organizzazione’’ per avvicinare anche i magistrati di Firenze che indagavano sul G8 e sugli altri eventi affidati alla Protezione civile. Tra le iniziative, poi annullate in seguito al fallito intervento per fare accogliere il ricorso elettorale della lista “Per la Lombardia” di Roberto Formigoni, “l’invito al convegno milanese programmato per il marzo 2010 (e poi annullato) rivolto ai magistrati della Procura di Firenze dopo l’esecuzione di alcune misure cautelari ad opera di quell’ufficio – si legge nell’ordinanza – , nel mese di febbraio 2010, in relazione ad alcune ipotesi di reato che coinvolgevano rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo politico e dell’imprenditoria”.


Tra gli episodi al centro dell’inchiesta romana c’è anche un incontro, avvenuto nel settembre scorso nella casa romana di Verdini, durante il quale si sarebbe affrontata la questione del Lodo Alfano. A Dell’Ultri è contestato, tra l’altro, proprio la partecipazione a quella cena. Un incontro, affermano i magistrati romani, a cui presero parte, oltre al gruppo Carboni, il sottosegretario Giacomo Caliendo, il magistrato, Antonio Martone, il capo degli ispettori del Ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller . Le posizioni di questi ultimi sono ora al vaglio degli inquirenti romani.


Il nome di Dell’Ultri compare anche tra coloro che avrebbero preso parte a riunioni, svolte a Roma e in Sardegna nel dicembre scorso, con Carboni, Verdini e il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, per gli appalti sull’energia alternativa. Per quanto riguarda l’attuale sottosegretario Casentino, risulta indagato per l’episodio legato alla sua candidatura, sostenuta dal gruppo di Carboni, alla presidenza della regione Campania e per la diffamazione ai danni dell’attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro. Tra gli episodi contestati anche le pressioni alla corte di Cassazione per anticipare l’udienza sulla discussione in merito alla misura cautelare emessa nei confronti di Cosentino dalla procura di Napoli.

Pressioni esercitate per conto della presunta associazione segreta da Lombardi nel tentativo di salvare la candidatura di Cosentino alla presidenza della regione Campania.
Dal canto suo l’esponente campano del Pdl, per bocca del suo portavoce, afferma di aver appreso la notizia dai media ‘’non avendo avuto nessuna comunicazione ufficiale dalle autorità giudiziarie”.