Bersani chiude a Casini: «Con Berlusconi mai»

ROMA – Il Pd smentisce il leader centrista Pier Ferdinando Casini, che, aprendo ad un nuovo esecutivo guidato dal Cavaliere, si spinge a dichiarare la disponibilità dei democratici.
– Casini sa cosa pensiamo, il berlusconismo va chiuso perchè ha fallito – chiarisce Pier Luigi Bersani, in missione a Washington.

Governo valuta…


Intanto il Pd avverte: la maggioranza ha accarezzato l’ipotesi di aprire la strada alla sanatoria per chi possiede illegalmente i beni archeologici. Del cosiddetto ‘archeocondono’ in manovra però, assicura il relatore Antonio Azzollini, non c’è traccia.
– Continueremo a vigilare – dice comunque il capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera Manuela Ghizzoni – affinchè qualche manina non inserisca l’emendamento (di cui siamo in possesso) nel maxiemendamento.


Ma non è questa l’unica norma che non convince i Democratici. Sotto i riflettori anche l’estensione del meccanismo del silenzio-assenso alle autorizzazioni paesaggistiche e la cancellazione del tetto di 20 alunni nelle classi dove sono presenti studenti disabili.


A protestare assieme alle opposizioni anche le categorie, tra cui in prima linea i diplomatici che hanno in programma per il 26 luglio uno sciopero, e i poliziotti. Il Sindacato autonomo mette in guardia dal rischio che la sforbiciata voluta dal Tesoro possa incidere addirittura sull’operatività degli agenti.
Un altro fronte, poi, che l’Esecutivo non è riuscito a chiudere è quello con le Regioni. Nelle prossime ore la manovra correttiva sarà all’esame dell’Ecofin (che dovrebbe dare un sostanziale via libera al pacchetto italiano e dove sarà presente il ministro dell’Economia Giulio Tremonti), e dunque è difficile che, a parte le annunciate misure pro Abruzzo, il decreto possa cambiare in modo significativo e che qualcuno degli oltre 1.700 emendamenti presentati per l’Aula possa essere approvato. Certo è che la discesa in campo del leader della Lega Umberto Bossi in favore di una mediazione fra le esigenze di rigore dell’Esecutivo e quelle di cassa delle Autonomie sembra aver aperto un nuovo spiraglio che si potrebbe concretizzare, se non in manovra, con il federalismo.


Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni spiega infatti di aver ‘’parlato’’ direttamente con il premier:
– Ho fatto presente alcune possibilità di soluzione del problema e Berlusconi si è impegnato – anticipa il governatore – ad esaminare nel dettaglio le ipotesi.


Ancora aperto infine il caso della proroga delle rate per le quote latte, che registra lo scontro tra il neoministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan e la Lega:
– Ma che dimissioni – replica l’ex presidente del Veneto a chi gli chiede se stia sempre pensando di lasciare la sua poltrona – Si dimetterà chi causa multe e sanzioni europee all’Italia.

«Gli emendamenti…


– Non riteniamo che gli emendamenti possano migliorare la situazione – fa notare – e dobbiamo prendere atto del fatto che da circa due anni discutiamo di questo testo nel tentativo di apportare dei miglioramenti.
E sul disegno di legge oggi è nuovamente intervenuta anche l’opposizione. Per la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, «il ddl va cambiato radicalmente».


L’Italia dei Valori presenterà in commissione 150 emendamenti al disegno di legge. Lo scopo, dice Antonio Di Pietro, è «rivoltarlo come un calzino e fare in modo che il provvedimento venga bloccato».
In campo anche la Fnsi.
– Su una materia complessa e delicata, come quella del ddl Alfano sulle intercettazioni, in cui devono essere tutelati due diritti costituzionalmente garantiti, quello all’informazione e la tutela della privacy, occorre confrontarsi con il massimo di responsabilità e consapevolezza, archiviando le continue tentazioni all’estremizzazione e alla inversione della verità, che non facilitano la comprensione piena del problema – sottolinea il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi -. I numerosi emendamenti già presentati alla Camera sul testo approvato dal Senato non possono trovare apprezzamento se si limitano a una semplice riduzione del livello sanzionatorio.


E prosegue:
– A tale proposito è opportuno che si rifletta attentamente sull’ipotesi di innovazione legislativa che vede l’introduzione di sanzioni pecuniarie a carico degli editori. Ancorchè tali sanzioni fossero ridotte a termini irrisori, la norma resterebbe comunque iniqua e inaccettabile.


Infatti per la Fnsi «su questo terreno nessun emendamento, che non comporti la cancellazione della norma, può essere accettato». La Federazione della Stampa ha presentato e illustrato alla Commissione Giustizia della Camera una sua proposta che prevede, tra l’altro, l’istituzione di una «udienza filtro» e la creazione di un Giuri’ per valutare in tempi rapidissimi le violazioni della privacy.

Bersani chiude a Casini:…


Una divisione, questa, che spacca le opposizioni con il leader Idv Antonio Di Pietro che liquida Casini come ‘’un infiltrato della maggioranza’’, dichiarandosi indisponibile ‘’al mercato delle vacche’’. Davanti alle tensioni nella maggioranza e ad uno scenario di crisi di governo, il Pd ipotizza, non da oggi, un governo che comprenda, oltre alle opposizioni, pezzi della maggioranza.

Ma, come ribadisce il vicesegretario del Pd Enrico Letta, ‘’la pregiudiziale nei confronti di Berlusconi non è superabile’’ e il Pd non potrà mai accettare di fare la stampella di un Berlusconi bis.
– Casini dice – sostiene il leader Pd – che il Cavaliere può stare lì perchè ha vinto le elezioni. Ma Berlusconi ha anche fallito, e mi sembra che questo sia un punto insuperabile.


Insuperabile al punto che, se Casini entrasse nella maggioranza, tramonterebbe la possibilità di un’alleanza tra Udc e il Pd che, osserva Bersani, ‘’non abbiamo mai avuto’’. Davanti la ‘’resa dei conti’’ nella maggioranza con un’alleanza ‘’giunta al capolinea’’, per Bersani il centrodestra dovrebbe solo prendere atto del suo ‘’fallimento’’.

E, solo dopo che il ciclo del berlusconismo si sarà chiuso, le forze responsabili potranno disegnare scenari da unità nazionale.
– Qualsiasi soluzione possibile – sostiene il capogruppo alla Camera Dario Franceschini – per garantire un governo al paese che affronti le emergenze, per noi non può che passare attraverso la chiusura dell’era di Berlusconi.


Ancora più tranchant è Di Pietro, che nei giorni scorsi non aveva escluso, in caso di crisi, governi a termine per cambiare la legge elettorale.
– La manovra di bassa lega del presidente del Consiglio – attacca l’ex pm – è chiara: obiettivo del mercato delle vacche tra lui e i centristi è quello di recuperare le quote di un’eventuale scissione interna. A Casini stavolta tocca il ruolo della stampella e, pur di recitarlo, i centristi sono pronti a seppellire anche l’ultimo fiato di coscienza, assetati come sono di poltrone e d’affari.