Berlusconi: «Fuori chi vota la sfiducia» E’ scontro con i finiani

ROMA – Fuori dalla maggioranza chiunque votasse mozioni di sfiducia contro esponenti di governo al centro di indagini ancora in corso. Un messaggio, quello che Silvio Berlusconi avrebbe fatto arrivare ai vertici del Pdl, ma smentito in serata da una nota del partito, e che in molti vedono diretto in particolare ad Italo Bocchino.

A tenere banco per tutto il giorno è l’annuncio fatto dal vicepresidente del gruppo che, a nome di tutti i finiani, ha dichiarato di essere pronto a ‘’valutare’’ le eventuali mozioni di sfiducia contro il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (indagato con Denis Verdini e Marcello Dell’Utri nel quadro della cosiddetta ‘P3’) presentate dalle opposizioni. L’ennesimo distinguo che scatena il caos all’interno del Pdl.
Il premier oggi sarà a Roma e verrà investito in prima persona della vicenda ma, già nella nota diffusa nel pomeriggio non è difficile capire il suo umore:
‘’Personalmente intendo restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile – attacca Berlusconi – giocano una partita personale a svantaggio dell’interesse di tutti’’.

Il tono si fa ancora più duro quando il Cavaliere parla di ‘’clima giacobino e giustizialista nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese’’. Certo, sono in molti nel Pdl, a descrivere un premier amareggiato per l’intera vicenda. Il Cavaliere avrebbe imputato ai diretti interessati una certa leggerezza, amplificata però dal tam tam mediatico. Ma, quello che nel partito non si può accettare è che attacchi agli esponenti del governo arrivino dai banchi della stessa maggioranza. Certo è che il ‘caso’ Cosentino contribuisce ad aumentare le distanze tra i due co-fondatori.

La componente che fa capo al presidente della Camera sulla questione sembra indisponibile a compromessi.
– Per i vertici del Pdl la questione morale non esiste – attacca il vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Granata che provocatoriamente aggiunge:
– Se siamo giunti a questa assurda e paradossale situazione, la mia proposta è semplice: provate ad espellerci tutti per antimafia e legalità.

Un’atteggiamento criticato dal capogruppo Fabrizio Cicchitto.
– Non è assolutamente accettabile – sostiene – che il dibattito politico venga sostituito da un permanente gioco al massacro nel quale si fanno liste di proscrizione sulla base dei titoli di giornali.
Fatto sta che alla Camera non si parla d’altro. Tant’è che le indagini sugli esponenti della maggioranza sarebbero state al centro anche di un breve colloquio in Transatlantico tra Bocchino e Niccolo’ Ghedini avvocato del premier che, a quanto riferiscono, avrebbe inviato il finiano a non strumentalizzare la vicenda. Un clima teso che certo non aiuta chi nel partito lavora ad un incontro (difficile che avvenga) tra i due leader del Pdl.

Nonostante nei capannelli in Transatlantico qualcuno arrivi ad ipotizzare che un faccia a faccia possa esserci i primi di agosto, i parlamentari vicini al Cavaliere continuano a ripetere che non ce n’è l’esigenza visto che, come ripete da tempo lo stesso Cavaliere, la lealtà della maggioranza si verifica in Parlamento al momento delle votazioni. Ad auspicare invece che Berlusconi e Fini si chiariscano di persone è invece Spazio Aperto, uno di think tank che fa capo ad Andrea Augello e Silvano Moffa. Una richiesta a cui ha aderito anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno.