La questione Cosentino agita la maggioranza

“Questo dovrà essere valutato”. Italo Bocchino non esclude la partecipazione dei deputati Pdl finiani
alla mozione per le dimissioni di Nicola Cosentino. “Non vogliamo esprimerci, forse è opportuno che su
questo si riuniscano il gruppo del Pdl alla Camera e i vertici del partito per decidere” dice il presidente di
‘Generazione Italia’. Posizione che certo non attenuerà le polemiche all’interno del Pdl, con il coordinatore
Sandro Bondi che giudica “nefasto il ruolo di Bocchino nel dibattito interno al nostro movimento politico”.

E infatti lo stesso vicepresidente dei deputati Pdl domanda “come si fa a considerare nefasto l’atteggiamento
di chi chiede trasparenza e pulizia morale e difendere autori di episodi imbarazzanti per il Pdl?”.

La
questione aperta dall’inchiesta sull’eolico finisce per intrecciarsi con il dibattito sull’allargamento
all’Udc e sul delicato confronto sulla riforma delle intercettazioni, per le quali ieir in commissione Giustizia
alla Camera si chiudeva il termine per il deposito degli emendamenti. I centristi scelgono di votare per
la mozione che chiederà le dimissioni del sottosegretario Pdl all’Economia, ed è Michele Vietti a osservare
che “l’incompatibilità è evidente”.

Mentre, a proposito di intercettazioni, i deputati Udc in commissione
apprezzano lo spirito degli emendamenti della maggioranza ma non nascondono le loro riserve sul nodo
della libertà dell’informazione e degli ostacoli alle indagini. Il tutto nel giorno in cui arriva la censura dell’Onu
sul provvedimento, ulteriore motivo di scontro tra maggioranza e opposizione.

“Sembra di essere alla
fine di un impero, tutto crolla”, dice Dario Franceschini che ribadisce: “I sottosegretari Cosentino e
Caliendo devono dimettersi o non esiteremo ad adottare tutte le iniziative parlamentari”. E Antonio Di Pietro
annuncia la presentazione della mozione perché “non si può tirare il sasso e nascondere la mano, è il
momento in cui ciascuno deve assumere le proprie responsabilità”.

Roberto Calderoli torna sui rapporti
tra Berlusconi e Fini osservando che si tratta di una questione che “devono risolvere loro”, consigliando
un faccia a faccia tra due leader che, osserva, hanno entrambi “due caratteri molto forti”. Sul fronte
della guida del Pdl è invece Franco Frattini a prendere posizione: “Ho confermato in molte occasioni la mia
preferenza per il coordinatore unico dopo un periodo di esperienza del cosiddetto triumvirato”, dice il ministro
degli Esteri dicendosi intanto disponibile “a lavorare per il rafforzamento del Pdl, anche con iniziative
culturali che hanno un valore importante, riconosciuto anche ieri dal premier”, ma rilevando anche
che “il compito di rappresentare l’Italia nel mondo è assorbente ed esclusivo”. E, osserva, “si può fare una
cosa sola alla volta”.