‘Cacho’ Caselli chiede all’Argentina di appoggiare Berlusconi

BUENOS AIRES – Il senatore italiano Juan Esteban Caselli, funzionario delle passate dittature argentine, ha lanciato un appello alla dirigenza politica del paese latinoamericano per “appoggiare il premier Silvio Berlusconi nell’enorme sforzo che sta realizzando per evitare che la Republica Italiana cada in una situazione di alta conflittualità economica e sociale”.

In passato, in un’intervista rilasciata al quotidiano argentino ‘Critica’, Caselli ha detto di avere avuto l’offerta del seggio al Senato “da Berlusconi in persona”.
Caselli ha parlato in qualità di senatore italiano in rappresentanza dei 13 paesi dell’America meridionale e “provienendo dalla Repubblica Argentina, paese con una triste esperienza in gravi crisi istituzionali e finanziarie”. In questo senso, ha spinto “i politici dell’opposizione a unirsi alla maggioranza del Governo in appoggio all’aggiustamento economico del presidente Berlusconi” e ha considerato che “assolutamente nessun politico, di qualsiasi colore sia, può oggi restare indifferente davanti ai problemi della nostra nazione”.
– Non è la attuale congiuntura politica la più propizia per imbarcarsi in lotte dal taglio partitario. Tutti gli uomini e le donne che lavorano nella politica devono stare uniti per evitare che il nostro Paese segua i passi della vicina Grecia – ha aggiunto Caselli.

Il senatore, detto “Cacho” o meglio “El obispo” per via del suo stretto legame con la Santa Sede, è stato in passato accostato a Ciarrapico “il fascista”, fino ad essere etichettato come il “Charrapico argentino”.
Ma lui, ex ambasciatore argentino in Vaticano durante il governo di Menem dal ‘97 al ‘99 e funzionario durante la dittatura dei generali Viola e Bignone, ha sempre risposto netto:
– In Sud America il fascismo non è mai esistito e non esiste, per questo posso tranquillamente affermare di non esserlo.

Caselli è però stato nominato “Gentiluomo di Sua Santità”, privilegio raro concesso a pochi, potenti laici del livello di Gianni Letta, oltre a Cavaliere dell’Ordine di Malta e consigliere della fondazione vaticana “San Matteo”.

Il più implacabile fustigatore di Caselli è l’ex ministro dell’Economia e padre dell’Argentina economica e finanziaria moderna, Domingo Cavallo, che ha incluso il senatore in una mafia legata ad Alfredo Yabran, personaggio collegato all’uccisione di Josè Luis Cabezas, fotografo del settimanale politico “Noticias”. Yabran è stato considerato anche “prestanome eccellente” dell’ex presidente Menem.
Il Ministro Cavallo ha ripetutamente accusato Caselli di essere coinvolto anche nel traffico illegale di armi tra Argentina, Croazia ed Ecuador, in un traffico d’oro e perfino nella rete di protezione dei colpevoli dell’attentato antiebraico alla Amia che causò a Buenos Aires una ottantina di morti e centinaia di feriti il 18 luglio 1994.

Caselli viene definito da più parti come un uomo inquietante per i suoi presunti legami con i militari argentini e con il cattolicesimo oltranzista.
In patria parlano di un patrimonio che si aggirerebbe attorno agli 800 milioni di dollari.
Luciano Neri, componente del Coordinamento Nazionale della Circoscrizione Estero del PD e promotore dell’Osservatorio Internazionale contro le mafie, denunciò le tante anomalie e i buchi neri che hanno caratterizzato le scorse elezioni in Argentina, che hanno portato all’elezione di Caselli. Si chiede perché siano state stampate oltre 120 mila buste in più per i plichi elettorali, che fine hanno fatto le denunce sulle schede elettorali conteggiate e ritenute valide pur risultando di colore diverso dall’originale.

Caselli ha fondato in Argentina “El Pueblo de la Libertad” citando rapporti con il peggio della storia argentina. In primis Carlos Ruckauf, autore del decreto governativo che nel ‘75 ordinava alle forze armate argentine “l’annientamento della sovversione” e che portò a 30 mila desaparecidos, tra cui oltre 300 con passaporto italiano e molti altri di origine italiana.
C’è poi l’ex presidente Carlos Menem, accusato di infiniti atti di corruzione e traffico illegale di armi.