Niente più bagagli smarriti ‘Net 6000’ alla grande prova

ROMA – Traccia i bagagli, li identifica e li ‘riconduce’ al legittimo proprietario. A meno di una settimana dall’inaugurazione il sistema ‘Net 6000’, realizzato da Adr allo scalo di Fiumicino in soli quattro mesi con un investimento di 20 milioni di euro, si prepara ad affrontare la grande prova del periodo di picco della stagione estiva. E promette di risolvere il problema dei bagagli smarriti, un vero e proprio incubo capace di rovinare il viaggio a centinaia di turisti.

Un segnale importante. I lavori gestiti dalla società Aeroporti di Roma sono iniziati, infatti, a marzo di quest’anno e terminati dopo solo quattro mesi. La nuova struttura, completamente automatizzata con nastri lunghi 1200 metri, permette di smistare ben 6.000 bagagli l’ora. Dall’aeroporto di Fiumicino deve ripartire infatti la ripresa del Paese. A esserne convinto è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. – Fiumicino – commenta – è il punto più caldo per lo sviluppo del Paese e questo significa che se l’hub cresce allora vuol dire che cresce anche il Paese.

E la strada per lo sviluppo di Fiumicino, ha detto Letta, parte proprio da uno dei punti più delicati e cruciali per i viaggiatori. – Questo percorso – spiega – inizia proprio dal punto più dolente. L’incubo delle valige e dei bagagli rovina la gioia del viaggio. E’ simbolico che il rilancio parta proprio dal servizio bagagli che è stato realizzato a tempo di record. L’inaugurazione di oggi -ha proseguito Letta- deve essere un simbolo augurale nella speranza che il traguardo di 100 mln di passeggeri a Fiumicino sia addirittura anticipato rispetto ai tempi previsti dal piano industriale.

Lo scalo di Roma Fiumicino è il sesto degli aeroporti più trafficati d’Europa. Un hub, dove il flusso di passeggeri è in continua crescita sia dei voli che eseguono il check-in nell’aerostazione del Leonardo da Vinci, sia di quelli in ‘transito’ che arrivano a Roma da altri aeroporti e prevedono il cambio dell’aeromobile prima della destinazione finale. E’ a questa seconda tipologia di viaggiatori che il nuovo impianto si rivolge. I bagagli in transito, infatti, devono essere trasferiti da un volo, quello di arrivo, a un altro, quello in partenza, nel minor tempo possibile.

L’impianto si sviluppa su due livelli su un’area complessiva di oltre 7mila metri quadrati e integra tutte le funzioni principali di un sistema di smistamento Bhs (Baggage handling system): introduzione dei bagagli, riconoscimento, tracciatura, controllo radiogeno del 100% e smistamento in baia. Operativamente i bagagli sono trasportati al centro di smistamento direttamente dagli aerei, tramite carrelli portabagagli, introdotti nel sistema da cinque punti di inserimento sui relativi nastri trasportatori che portano al cuore dell’impianto. Lungo il percorso è acquisito, per ogni bagaglio, il codice di destinazione tramite lettura Rfid (Radio frequency identification) ottica con sistemi laser. I bagagli, caricati sulla smistatrice bagagli, sono trasportati verso le uscite, dove sono installati i sistemi di controllo radiogeno previsti dalla normativa Iata e smistati in base al volo di pertinenza. Qui gli operatori prelevano i bagagli, e tramite una ‘pistola’ dotata di tecnologia Rfid e ottica, eseguono la lettura del codice a barre per la riconciliazione con la destinazione del passeggero. – Ci siamo dotati del ‘Net 6000’ – spiega Fabrizio Palenzona, presidente Aeroporti di Roma – per risolvere quello che era uno dei problemi principali. Con uno scanner legge la tracciatura della valigia – aggiunge Giorgio Gregori, direttore Sviluppo Infrastrutture di Roma – la riconosce e la riconduce al legittimo proprietario. Si ottiene così un ricongiungimento ‘bagaglio-passeggero’. La capacità di questo sistema è compatibile con il traffico che a Fiumicino non supera i mille bagagli al quarto d’ora. Un sistema di alta tecnologia che pone così lo scalo romano al primo posto in Europa.


Farnesina, serve un fondo per viaggiatori


ROMA – Per ora nessun cliente de I viaggi del Ventaglio, il tour operator dichiarato fallito dal Tribunale di Milano, ha avanzato richieste di assistenza. Al momento dunque, nessun turista italiano è rimasto ‘in panne’ all’estero. Ma il caso I Viaggi del Ventaglio, dopo aver messo sul piede di guerra le associazioni dei consumatori (che si sono scagliate contro la società colpevole, a loro dire, di non aver avvertito la clientela sul sito e di aver anzi mantenuto in home page offerte e promozioni) e dopo aver ‘mosso’ la Consob (che ha ricordato come la società fosse dal 2005 nella sia black list), ha fatto scendere in campo ieri il Ministero degli Affari Esteri.

Pronta a raccogliere richieste di assistenza da parte di italiani bloccati all’estero a causa del crack del tour operator, che al momento non sono arrivate, la Farnesina ha infatti richiamato l’attenzione su ‘’l’urgenza di istituire, con apposito provvedimento di legge, un fondo nazionale di garanzia per i viaggiatori’’. – Si tratta – spiega il Ministero – di una proposta di legge più volte presentata su iniziativa del ministro Franco Frattini che ha l’obiettivo di istituire un meccanismo che, dietro il versamento di un contributo minimo, intorno ai 50 centesimi, a carico di ciascun viaggiatore all’atto dell’acquisto di un pacchetto turistico, consentirebbe di prestare un’efficace assistenza, fino anche al rimpatrio, dei turisti vittime dei fallimenti di operatori del settore.

Secondo la stime delle associazioni del settore, con un contributo di 50 cent su pacchetti e viaggi venduti, si potrebbe arrivare a risorse per circa 50 milioni annui, al posto dei 300-400 mila euro all’anno attualmente a disposizione per aiutare i viaggiatori italiani alle prese con questo genere di difficoltà. Molto critico in proposito il Pd, che è intervenuto sulla questione attraverso Antonio Lirosi, responsabile consumatori e Armando Cirillo, responsabile turismo. Il Fondo pubblico – affermano – ‘’è a secco’’. E chiedono: – A cosa serve il ministro del Turismo se le risorse disponibili sul Fondo nazionale per gli indennizzi dei turisti truffati ammontano soltanto a 248.000 mila euro, cioè spiccioli rispetto alle necessità? Evidentemente il ministro è soltanto interessato a realizzare spot milionari per Magic Italy e a continuare a spendere per il costosissimo portale Italia.it (circa 30 milioni di euro stanziati nel bilancio pluriennale).

Il Codacons invece, annunciando un’azione di danno, se la prende con l’Astoi, l’associazione dei tour operator, colpevole di aver detto che ‘’la situazione era abbastanza prevedibile’’ e di non aver ‘’avvertito, tramite le associazioni dei consumatori, del rischio che si correva a prenotare con quella società. Sul caso infine è intervenuto anche l’Osservatorio Sociale che, attraverso il suo presidente, Luigi Camilloni, ha auspicato ‘’l’intervento del Governo affinchè solleciti Invitalia al salvataggio e alla ristrutturazione di questo importante tour operator a livello internazionale’’.