«Impossibile un governo di larghe intese senza Berlusconi»

ROMA – E’ l’opinione di Pier Ferdinando Casini che spiega:
– Un governo di larghe intese mette tutti in discussione e impegna tutti a cambiare, a fare un passo avanti.

Quindi rivolto al Pd, aggiunge:
– Chiedere al Pdl di aderire a un governo di larghe intese mettendo come punto di partenza il veto a Silvio Berlusconi, vuol dire essere fuori dalla realtà. Comunque, il Pd ha detto sì ad un governo di larghe intese e questo è già molto. Diciamo che a piccoli passi il Partito democratico si sta avvicinando a quello che sosteniamo noi.

Quanto all’ipotesi di un governo di transizione con Giulio Tremonti premier è «poco credibile».
– C’è uno scontro molto forte nella maggioranza – commenta -, ma credo che anche questa rischierebbe di essere una scorciatoia. Che ci piaccia o no, il Pdl è Berlusconi. Confidare in Bruto perché tolga di mezzo Cesare, perché consenta agli altri di raggiungere l’obiettivo senza sporcarsi le mani -sottolinea- non è un percorso credibile.

Sulla vicenda P3 giudicata dal premier una ‘montatura vergognosa’ Casini rileva che questa reazione è «un segno di impotenza».
– Evocare i complotti – spiega il leader dell’Ud – di solito è segno di impotenza. E comunque sono curioso di sapere chi l’ha ordito e magari se tutto ha preso inizio a casa Vespa perché in quel caso sia Berlusconi che io dovremmo saperne qualcosa…

Quanto all’opportunità di dimissioni per Denis Verdini e Giacomo Caliendo Casini è prudente:
– Su Caliendo sospendo il giudizio. Quanto a Verdini non è uomo di governo, è un problema loro, del Pdl. Se pensano – aggiunge il leader dell’Udc – che Verdini sia la migliore espressione del loro partito, fanno bene a tenerlo al vertice.

Insomma, per Casini «i giudici devono fare il loro lavoro e saranno loro a spiegarci se la P3 è una cosa seria o una buffonata».
– L’unica cosa che posso dire – aggiunge – è che quando si è ai vertici dello Stato o di un partito bisognerebbe stare attenti a chi si frequenta. Insomma, io ci penserei bene prima di andare a cena con Carboni…».
Silvio Berlusconi dice che ad agosto riorganizzerà il Pdl, ma sul tentativo del Cavaliere il leader Udc nutre molti dubbi.
– Sento parlare dell’ipotesi di un nuovo predellino -afferma -. Ma, se come l’altra volta sarà solo una scorciatoia per non affrontare i problemi, allora sarà anche peggio del primo. Se invece – aggiunge Casini – Berlusconi prende atto della situazione e si rende conto che così non si può più andare avanti, allora è un altro discorso. Con gli spot non si governa, né si risolvono i problemi.

Mentre sul tentativo di ‘tregua’ tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini,il leader centrista preferisce tenersi fuori:
– Questo è un problema loro – sostiene -. Sono terzo e non intendo certo mettere bocca in casa altrui. La cosa che mi colpisce di più – dice però l’ex alleato – è che, a volte, nei pressi della maggioranza l’apertura all’Udc viene vista come un atto di generosità mentre l’analisi fatta dall’Udc era perfetta: il bipartitismo è fallito e il bipolarismo serve solo a far ingrossare Lega e Di Pietro. Sono gli altri che dovrebbero riflettere e comunque sono gli altri che hanno bisogno di noi….