Tremonti: «No a governi tecnici o di larghe intese»

ROMA – Niente governi tecnici o di larghe intese, che sono ‘’fuori dalla storia’’, e l’Europa ‘’non approverebbe’’; perchè ‘’il governo Berlusconi è forte, e non esistono alternative credibili’’. Giulio Tremonti mette i paletti al dibattito innescato dalla proposta di Pier Ferdinando Casini di un governo di larghe intese, e si schiera al fianco di Silvio Berlusconi.

Ma il ministro dell’Economia apre in qualche modo la stagione di verifica interna nel Pdl preannunciata dal premier e lancia un messaggio abbastanza chiaro all’interno del partito parlando, pur se con una ponderata cautela, di questione morale, tema caro a Gianfranco Fini.

Nel momento in cui il Cavaliere annuncia per sà un agosto prettamente dedicato al Pdl, Frattini con la ‘cordata delle ministre’ lancia ‘Liberamente’, e Cicchitto propugna il mantenimento dello status quo attuale, sostanzialmente Tremonti mostra di volersi occupare dei problemi di partito. Ed è la prima volta che il ministro dell’Economia, oltre a ‘volare alto’ nell’analisi geopolitica e macroeconomica del mondo di oggi, volge lo sguardo alla formazione politica in cui milita e nella quale inizia a sentirsi sempre più indispensabile, percependo il suo peso tanto nei confronti di Silvio Berlusconi per le questioni economiche quanto in quelli della Lega, che nel commercialista di Sondrio rimette le speranze per l’attuazione del federalismo.
E’ la lettura non solo del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa (‘’Ormai è Tremonti che guida il vapore, non Berlusconi’’) ma anche di chi, pur se anonimamente, riconosce che Tremonti ‘’sta cominciando a guardarsi intorno nel Pdl’’.

La cartina di tornasole? Il riferimento alla questione morale, quando a proposito della presunta loggia P3 emersa con l’inchiesta sull’eolico, il ministro ammette che ‘’non si tratta solo di una mela marcia’’ ma che ‘’è venuta fuori una cassetta di mele marce’’. Tuttavia, aggiunge, ‘’l’albero e il frutteto non sono marci’’, invitando così a distinguere tra ‘’reati e peccati’’. Parole che suonano come una chiara apertura ai finiani; anche se Italo Bocchino ad un’aspirazione di leadership nel Pdl di Tremonti sostiene di non credere.
– Non mi pare che glielo consentirebbero – dice il deputato vicino al presidente della Camera.

Così, mentre vengono rese note le motivazioni del premio Grande Milano che oggi la Provincia di Milano consegnerà al Cavaliere sulle guglie del Duomo insieme a don Verze’ (‘’Statista di rara capacità’’, ‘’amato da tanti italiani perchè uomo tra la gente e con la gente’’), Tremonti avverte che la questione morale è ‘’una questione generale, non del centrodestra’’ perchè ‘’troppo spesso i fondi pubblici sono una pipeline per gli affari’’. E respinge l’idea di un governo tecnico poichè, spiega, ‘’non esiste una ‘melior pars’ fatta di ottimati, di illuminati capaci di governare la complessità’’. Una posizione che piace a Osvaldo Napoli, che invita Bersani e i dirigenti del Pd ad ‘’attrezzarsi con paletta e secchiello e andare in spiaggia sereni’’: non ci sarà nessuna crisi.