Scotti: “L’Italia apre le porte ai dissidenti liberati a Cuba”

ROMA – L’Italia apre le porte ai prigionieri politici scarcerati a Cuba. Lo ha affermato a ‘Il Giornale’ il sottosegretario agli Esteri con la delega per l’America Latina, Enzo Scotti.
– L’Italia ha dichiarato la sua disponibilità ad accogliere i prigionieri politici liberati dalle autorità cubane – ha rivelato il sottosegretario. Nei prossimi giorni riceverò la lista dei nominativi dalla nostra ambasciata all’Avana. Poi per farli arrivare da noi garantisco che saremo velocissimi.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva dichiarato di voler aprire le porte ai dissidenti cubani al vertice G8-G20 in Canada dello scorso giugno e l’Italia, durante i negoziati tra chiesa di Cuba, ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos e Raul Castro, aveva giocato un ruolo importante nel convincere il regime socialista a rilasciare i prigionieri politici.
– Abbiamo riaperto la cooperazione alla sviluppo fra Italia e Cuba. Poi c’è stata la visita all’Avana del viceministro Adolfo Urso. In tutte le occasioni di incontro con le autorità cubane è stata posta in primo piano la liberazione dei prigionieri politici condannati per ragioni ideologiche. Per noi costituiva una pregiudiziale nello sviluppo delle relazioni – ha affermato il sottosegretario.


Un giorno prima che il rappresentante spagnolo Moratinos si recasse a Cuba il sottosegretario agli Esteri lo ha incontrato a Cracovia ribadendo che “il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva garantito l’impegno italiano ad accogliere i dissidenti”.


Per i cubani che sceglieranno l’Italia dopo la loro scancerazione, il nostro Paese utilizzerà i fondi dei rifugiati. E su quanti arriveranno nel nostro Paese “non abbiamo posto limiti sui numeri” ha spiegato Scotti.
– Si tratta di gente di un certo spessore culturale e professionale – ha spiegato Scotti -. La Comunità di Sant’Egidio è disponibile ad occuparsi del loro inserimento nel nostro Paese.
L’associazione, con base a Roma, ha una sede a Cuba e il cardinale dell’isola, Jaime Ortega Alamino, ha presenziato al quarantennale della Comunità. L’alto prelato, assieme all’arcivescovo dell’Avana, Dionisio Guillermo García Ibáñez, ha trattato con Castro la liberazione dei dissidenti.


Con un comunicato dell’arcivescovado dell’Avana, il 7 luglio è stata data annunciata la liberazione dei primi sette dissidenti. Una settimana dopo Ricardo Gonzalez, Lester Gonzales, Omar Ruiz, Antonio Villareal, Julio Cesar Galvez, José Luis Garcia Paneque e Pablo Pacheco, accompagnati da una cinquantina di familiari, sono arrivati a Madrid. La Chiesa ha stilato una lista con altri 17 nomi di prigionieri politici in via di scarcerazione.
– In questa fase è prevista la liberazione di 52 dissidenti (arrestati nel 2003 durante la grande retata battezzata ‘Primavera nera’, ndr) ma penso che si arriverà velocemente a 72- spiega Scotti.
– I prigionieri liberati devono poter scegliere se rimanere a Cuba o andare all’estero – ha detto Scotti -. La loro partenza non può costituire un obbligo, altrimenti diventa esilio forzato.
Oltre a quelli diretti in Spagna, altri andranno negli Stati Uniti. Pure la Francia è pronta ad aprire le porte.