Prima contestato, poi applaudito “Non fu solo mafia”

PALERMO – Il clima è mutato cosí rapidamente che Fini ha sentito soltanto gli applausi fragorosi quando ha detto che Mangano, l’ex stalliere di Arcore condannato per mafia, “non è un eroe”. Fini non si è fermato a questo: parlando delle indagini sulla strage in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino ha aggiunto che “oggi è ancora più doveroso essere impegnati perchè sta emergendo dalla procura di Caltanissetta che in via D’Amelio non fu solo mafia. Individuare eventuali collusioni e complicità è un dovere assoluto che va al di la’ di ogni divisione politica”. E ancora: “Sapere che sulle indagini ci sarebbero stati depistaggi mi suscita indignazione”.


Ai ragazzi dell’Agenda rossa, che si schierano con il “Sí a Fini e no a Schifani”, assente alla cerimonia, il presidente della Camera ha detto che “bisogna avere rispetto delle istituzioni, anche se in alcuni casi ci sono uomini che non sempre sono all’altezza del ruolo che ricoprono”.


Infine, il presidente della Camera ha ricordato gli insegnamenti di Leonardo Sciascia: “Ricordatevi di lui – dice rivolto ai ragazzi – che aveva visto tante cose giuste, ad esempio sui professionisti dell’antimafia”. Tra i manifestanti si alza un coro: “Presidente, di professionisti dell’antimafia qui non ce ne sono”.


E Fini non si sottrae a chi lo esorta a impedire l’approvazione della legge sulle intercettazioni: “Lo vedete cosa sta facendo il Parlamento, apportando modifiche al ddl?”. Accesa da Manfredi Borsellino, il figlio del giudice ucciso, la prima fiaccola che dà inizio al corteo promosso da Giovane Italia e dalle associazioni che danno vita al forum “XIX Luglio”, Fini si schiera in prima fila. Una manifestazione – a differenza del precedente “faccia a faccia” con il popolo delle “agende rosse”, che si svolge in silenzio, senza clamori nè polemiche.