Borsellino 18 anni dopo tra ricordo e polemiche

E’ “indispensabile il forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta. Con armonia d’intenti e pieno spirito di collaborazione, le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso
tempo e più che mai dall’intero Paese”: queste le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano in un
messaggio inviato alla vedova del giudice Paolo Borsellino, Agnese, nel diciottesimo anniversario
della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il magistrato e gli addetti alla sua scorta Emanuela Loi,
Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

Un anniversario preceduto dall’oltraggio alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con il danneggiamento delle statue dei due giudici in via della Libertà a Palermo, appena inaugurate: il presidente della Repubblica, si legge in una nota del Quirinale, “in affettuose telefonate alle signore Agnese Borsellino e Maria Falcone ha rinnovato sentimenti di viva solidarietà e profonda indignazione all’indomani dell’atto provocatorio e vandalico dello sfregio delle
statue di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e in occasione dell’odierno anniversario, che esalta la memoria
sempre viva dei due eroici magistrati”.

In un messaggio inviato al prefetto di Palermo, Giancarlo Trevisone, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi afferma che “il giudice Borsellino è stato un esempio di
dedizione allo Stato e di lotta all’illegalità e la sua storia è patrimonio prezioso di civiltà e di democrazia.
La prego di rivolgere ai familiari – aggiunge il premier rivolgendosi al prefetto -, i sensi di viva partecipazione
mia e del governo al solenne ricordo dei caduti”.

Diverse le iniziative con cui Palermo commemora la
strage del 19 luglio 1992: domenica la marcia delle “Agende rosse”, ieri il presidio dell’associazione “19
luglio” in via D’Amelio, cui hanno preso parte molti ragazzi e bambini. Nella caserma della polizia Lungaro
il presidente del Senato Renato Schifani ha deposto una corona di fiori all’interno del reparto scorte: “A Paolo Borsellino dobbiamo tanto – scrive Schifani nel messaggio inviato alla vedova Agnese – : il suo contributo alla lotta alla mafia ha segnato un punto di svolta fondamentale nell’azione di difesa della democrazia da parte dello Stato.

La sua dedizione, la sua passione civile, la sua ostinata coerenza hanno segnato profondamente le nostre coscienze, rafforzando in chi crede nello Stato – prosegue il presidente del
Senato – la ferma volontà di proseguire nel cammino di legalità da lui tracciato. Il ricordo va anche ai cinque
agenti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina e alle loro
giovani vite spezzate da quella violenza efferata.

Con animo ancora profondamente scosso – conclude
-, vorrei ribadire che il modo migliore per onorare la memoria di Paolo Borsellino e di quanti hanno sacrificato la loro vita per la difesa dello Stato, della democrazia e della giustizia è per tutti noi seguire ogni
giorno il loro esempio e onorare il loro insegnamento nello svolgimento dei compiti cui siamo chiamati”.


Alla cerimonia nella caserma Lungaro di Palermo ha preso parte anche il procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso: “Che la strage di via D’Amelio non fu solo responsabilità della mafia – sottolinea – lo sapevamo
da anni. È un’intuizione vecchia. Ora il problema è trovare gli elementi processuali che accertino questa verità”. Secondo Grasso “la verità sulla strage di via D’Amelio è ingombrante solo per chi la teme, per chi ha paura delle conseguenze di certe indagini. Certo non per chi la cerca”.