Fidel scrive a Nelson Mandela

L’AVANA – “Vecchio e prestigioso amico, quanto mi piace vederti convertito e riconosciuto da tutte le istituzioni politiche del mondo come segno di libertà, giustizia e dignità umana”, si afferma nel testo.
Fidel Castro riferisce che i due anni scarsi che ha trascorso da prigioniero politico gli sono sufficienti per comprendere quello che hanno significato i 27 anni durante i quali Mandela è rimasto separato da familiari ed amici.


Aggiunge che negli anni finali del martirio dell’eroe africano e sotto la tirannia dall’apartheid, il Sudafrica è stato trasformato, dopo la battaglia di Cuito Cuanavale, in strumento di guerra contro i combattenti internazionalisti cubani ed angolani che avanzavano sull’occupato Namibia. Tuttavia, nessuno ha potuto occultare le notizie della solidarietà che il paese, sotto la guida di Mandela, svegliava tra tutte le persone oneste. Allora come oggi, ha precisato Castro, il nemico stava per dare un’unghiata nucleare contro le truppe che, in quel caso, avanzavano contro il sistema odioso dell’apartheid.


La missiva a Nelson Mandela conclude affermando che l’umanità può ancora preservarsi dei colpi demolitori della tragedia nucleare che si avvicina, e l’ambientale che è già presente.