Dalla Farnesina lettera-appello alle massime cariche dello Stato

ROMA – Gravi conseguenze della manovra finanziaria per la funzionalità del ministero degli Affari Esteri: qui di seguito la lettera che i vertici della Farnesina – dal segretario generale ai direttori generali, agli ambasciatori nei principali paesi – hanno inviato al presidente della Repubblica Napolitano, ai presidenti dei due rami del Parlamento Schifani e Fini, al presidente del Consiglio Berlusconi e ai ministri degli Esteri Frattini e dell’Economia Tremonti.

“Quali funzionari della Carriera diplomatica cui sono attribuite le più rilevanti responsabilità, a Roma e nelle maggiori Sedi all’estero, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per le conseguenze sul Ministero degli Affari Esteri di alcuni dei provvedimenti previsti nella manovra finanziaria all’esame del Parlamento.
Se approvati senza adattamenti, detti provvedimenti produrrebbero pesanti ricadute sulla capacità delle Istituzioni di tutelare gli interessi nazionali all’estero e di promuovere le priorità della politica estera italiana. Siamo convinti che tali conseguenze contraddicano la ratio stessa della manovra e possano essere modificate senza sacrificarne gli obiettivi primari. Riteniamo in questo di interpretare i sentimenti e le apprensioni di tutti i diplomatici italiani.

La manovra non è imposta da cause endogene, bensì dalla grave crisi economico-finanziaria internazionale. E’sul terreno internazionale che vanno dunque affrontate le cause della crisi e, quindi, con un rafforzato impegno di politica estera. Stante l’elevato grado di interdipendenza dall’estero, la crisi comporta un duplice rischio per l’Italia: il riallineamento a nostro sfavore del peso politico dei maggiori Paesi, europei e non; l’acuirsi della competizione globale per mercati, investimenti, tecnologie avanzate e approvvigionamenti.

Sotto tutti questi profili, il Ministero degli Esteri e la rete diplomatico-consolare possono fornire un contributo rilevante per far uscire con successo l’Italia da questa difficile congiuntura. Ciò non può avvenire, tuttavia, senza risorse più adeguate di quelle, oramai al livello di guardia, delle quali disponiamo al Ministero.
Riconosciamo naturalmente la sopravvenuta esigenza di severo contenimento della spesa pubblica. Nell’adozione di misure concernenti il trattamento del personale al servizio dello Stato non si dovrebbe peraltro prescindere per quanto riguarda la Carriera diplomatica da quei requisiti di specialità derivanti dalla natura peculiare di funzioni rappresentative dello Stato all’estero. Ciò comporta la necessità di valutare con particolare attenzione l’impatto di disposizioni che riducono ulteriormente gli stanziamenti del Ministero, nonché di quelle relative al blocco del reclutamento, o al congelamento di legittime forme di incentivazione del merito negli scorrimenti di carriera o, ancora, all’anticipazione dei termini di pensione senza un adeguato periodo transitorio atto ad evitare ripercussioni negative sul piano internazionale.

L’elevata professionalità della Carriera diplomatica e delle altre Carriere del ministero degli Esteri, acquisita e maturata attraverso l’alternanza del servizio diversificato a Roma con l’esperienza unica di oltre 300 uffici all’estero, non è fungibile. Ne siamo orgogliosi. La risultante è un impegno lavorativo determinato non dall’orario o dal calendario, ma dalla sensibilità e rispondenza agli interessi politici, economici, imprenditoriali e di sicurezza dell’Italia. In questo passaggio critico della vita nazionale, prova ne sia la portata della manovra finanziaria, è imperativo che non vengano meno il rapporto fiduciario ed il clima di serenità essenziali al servizio pubblico, in particolare quando prestato all’estero, in condizioni ambientali di tensione, disagio e, sempre più frequentemente, di rischio.

E’ in questo spirito che abbiamo inteso sottolineare la necessità di non indebolire la funzionalità ed operatività del Ministero degli Affari Esteri, compromettendone la capacità di sostenere e difendere gli interessi nazionali in un momento in cui ve ne è più che mai bisogno. Pur nel rispetto dei vincoli generali stabiliti dalla manovra finanziaria e degli obiettivi di economia di spesa, riteniamo quindi che vi possano essere le condizioni per tenere conto delle giustificate preoccupazioni da noi espresse. In definitiva, e soprattutto, non possiamo assistere in silenzio alla progressiva paralisi funzionale di un Ministero e di una Carriera la cui specialità è da sempre consistita nel leale ed efficiente servizio dello Stato e delle Istituzioni”.