Corruzione, la Commissione Ue boccia la Romania e loda Sofia

Il giudizio contrastato è contenuto nel rapporto annuale della Commissione che analizza i progressi fatti dalle autorità rumene e bulgare nella lotta alla corruzione, nella gestione dei fondi e nei meccanismi di trasparenza.

Dal primo gennaio del 2007, data di ingresso di Romania e Bulgaria nella Ue, i due paesi sono sotto scrutinio costante. “Mentre la Bulgaria si è imposta risolutamente di fare progredire le riforme ottenendo importanti risultati, la Romania si è rilassata e ha dato prova di grande debolezza nei suoi sforzi per fare progressi”, dichiara l’esecutivo.

Il caso romeno preoccupa anche perché i fenomeni di corruzione potrebbero fare deragliare l’accordo raggiunto con il Fondo monetario internazionale per un aiuto di 20 miliardi di euro. La Commissione è particolarmente indispettita per gli effetti di una nuova legge che modifica l’Autorità nazionale romena per l’integrità rendendola praticamente impotente di fronte agli abusi del sistema politico.

“La nuova legge – contesta la Commissione – rappresenta un significativo passo indietro nella lotta contro la corruzione e compromette gli impegni che la Romania ha preso al momento del suo ingresso”. Nel rapporto, sono indicate una serie di riforme che Bucarest dovrebbe fare per evitare da parte di Bruxelles provvedimenti severi. “Non abbiamo bisogno ora di sospendere i fondi europei, non è il momento di discutere di sanzioni”, ha detto il portavoce Mark Grey.

Ma il blocco dei fondi è uno strumento a disposizione dell’esecutivo europeo. Nel luglio del 2008 ad esserne colpita fu proprio la Bulgaria, alla quale vennero congelati 500 milioni di euro, oltre ai 300 milioni di euro che di fatto erano stai sospesi informalmente da gennaio. Da allora, Sofia ha seguito “un percorso dinamico di riforme”, guadagnandosi quest’anno la promozione.