“Mediterráneo y Caribe”, mari e culture in poesia

CARACAS – Due mari che si offrono come convergenza di esperienze e culture nelle poesie selezionate dal noto poeta Davide Rondoni e raccolte nel libro “Mediterráneo y Caribe”, presentato giovedì sera nella Sala Cabrujas della ‘Fundación Cultural Chacao’ alla presenza di alcuni autori.


Il volume è il risultato di un progetto iniziato nel 2007 che ha visto la partecipazione di Istituto Italiano di Cultura, Università di Bologna, Fundapatrimonio e Dipartimento di lingua italiana della Ucv. L’idea iniziale era quella di valorizzare attraverso la poesia le affinità comuni ai popoli ‘caribeñi’ e mediterranei, riflettendo sull’apporto positivo degli incontri tra culture diverse. Tanti poeti, tra cui numerosi italo-venezolani, si erano presentati con le loro poesie davanti al romagnolo Rondoni, per l’occasione selezionatore e giudice.
– L’iniziativa è scaturita anni fa dall’interesse venezolano per la poesia – dichiara alla Voce la direttrice dell’IIC, Luigina Peddi – e dalla serie di affinità culturali e storiche che Italia e Venezuela condividono. L’IIC ha voluto dar seguito alla proposta raccogliendo i componimenti scelti. Poesie di buon livello, alcune ottime.
Un volume di ampio respiro, che spazia dalle esperienze personali sino ai grandi temi dell’emigrazione, della paura del nuovo.

Al centro di tutto, rotte marittime come luogo ideale d’incontro: non solo relazioni commerciali ma anche scambi di lingue ed idee che hanno sviluppato la curiosità intellettuale dei popoli protagonisti.
– Il nostro mare – spiega Peddi – è stato accentratore e propulsore di culture, il ‘Caribe’ crocevia di civiltà che si sono susseguite e mescolate. La cultura globalizzata – dichiara – c’è sempre stata.


Durante la serata, che ha riscosso un grande successo di pubblico, quattro finalisti sono stati chiamati sul palco a leggere i propri componimenti. Il pubblico ha ascoltato attentamente ‘La cama’, poesia vincitrice di Eleonora Requena e le rime degli altri poeti sul podio: Alda Rippi, Reinaldo Bello Guerrieri, Isaidi Vega, Ruth Hernandez Buzcan.
– All’inizio il pubblico provava un certo timore reverenziale nei confronti degli artisti – racconta la direttrice dell’IIC – perchè la gente non è più abituata ad ascoltare le emozioni. Inoltre la poesia è un linguaggio controcorrente che si scontra con la sovrabbondanza di parole ed informazioni che ci bombardano quotidianamente. Bisogna concentrarsi, sforzarsi di capire, interpretare ogni termine.
Dopo la proclamazione delle opere, il pubblico ha potuto confrontarsi con i poeti in un dialogo diretto.

Monica Vistali