La Camera approva il decreto Il governo battuto due volte

ROMA – Il provvedimento, che ha avuto un sostegno bipartisan, ha ottenuto 484 sì, 25 no e 11 astenuti. Ma il governo è stato battuto per due volte in aula su due emendamenti al Dl del Pd, che avevano avuto parere negativo del governo. Emendamenti tra l’altro votati dall’Udc e passati per un soffio (quattro e poi due voti di scarto). Non solo, in mattinata era stata respinta dall’aula anche la richiesta di sospendere i lavori.


Secondo il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, “la maggioranza è stata battuta in aula grazie alla presenza massiccia del Pd e delle opposizioni. E’ sempre più evidente che riesce a stare insieme solo con i voti di fiducia. E la prossima settimana ci sono tre decreti legge prima delle intercettazioni…”.
Questa doppia battuta d’arresto del governo fa discutere la maggioranza. Ancora una volta sono le “troppe assenze” la causa dello stop e la Lega si infuria.


Enrico La Loggia, deputato del Pdl e presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, si ferma a scambiare alcune battute in Transatlantico per assicurare che “non c’è nulla di politico, si è trattato di un mero infortunio legato alle assenze di qualcuno che si è allontanato materialmente dall’Aula. Del resto – spiega – fino ad allora avevamo vinto tutte le votazioni…”. Dello stesso avviso Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: “Non c’è nessun valore politico. Nessun significato particolare, come si è visto poi quando sono arrivati i ministri”.


Stefano Stefani, presidente leghista della commissione Affari esteri di Montecitorio, aveva provato a chiedere la sospensione dei lavori. E non ci sta: “Siamo stati battuti due volte, perché qui c’è gente che ha voglia di lavorare e pensa di stare qui a giocare. In Aula non c’erano né il presidente della Comissione Difesa, né un sottosegretario”.


Decisivi nelle votazioni sugli emendamenti sono stati i centristi. Dice Roberto Rao, deputato dell’Udc e componente della commissione Giustizia: “Come capita spesso, i nostri voti sono risultati determinanti. I due emendamenti del Pd erano condivisibili nel contenuto, mentre quelli votati in precedenza non lo erano, tutto qui”.


Il finiano Benedetto Della Vedova, se la prende con “la cialtronaggine di chi era assente senza giustificato motivo, una malattia da cui è difficile guarire”. “Come al solito – sottolinea l’esponente del Pdl vicino al presidente della Camera – siamo andati sotto del tutto casualmente, senza una ragione politica il che è peggio secondo me”.


Infine, per Federica Mogherini, componente Pd della commissione Difesa della Camera, “il voto favorevole ai 2 emendamenti del Pd sul decreto missioni è un segnale importante al governo che evidentemente riesce a tenere unita la sua maggioranza soltanto con i voti di fiducia” . E aggiunge: “Nel merito in particolare, uno di questi emendamenti è importante perché riporta la gestione dei pur scarsi fondi per la cooperazione allo sviluppo nelle aree di crisi sotto la direzione generale della stessa cooperazione allo sviluppo”.