Al setaccio i conti di Verdini: ‘’Soldi frutto di sacrifici”

ROMA – La Procura di Roma ha incaricato le Fiamme Gialle di svolgere degli accertamenti sui loro conti, sia attivi sia già estinti, aperti dal gennaio del 2004 ad oggi in istituti del gruppo Unicredit nell’ambito dell’inchiesta sulla loggia segreta P3. L’obiettivo del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli è di accertare se attraverso quei conti correnti siano state effettuate operazioni illecite o siano comunque transitati fondi riconducibili a eventuali tangenti.


Gli accertamenti sono stati disposti dagli inquirenti dopo l’acquisizione di assegni circolari per 800.000 euro negoziati in gran parte da Antonella Pau, moglie di Carboni.
Da parte sua Verdini replica in maniera secca a quello che considera ‘’un processo in piazza’’. “Oggi, sfogliando il Corriere della Sera, mi sono imbattuto in un titolo a caratteri cubitali su certe indagini in atto nei miei confronti e relative a 2,6 milioni di euro. E visto che per l’ennesima volta vengo trascinato in un processo di piazza, alla piazza intendo rispondere”.


“I 2,6 milioni di euro, che il Corriere della Sera sembra presentare come il frutto di chissà quale misfatto, rappresentano invece -spiega il coordinatore del Pdl – il risultato di operazioni aziendali del 2004 fra imprese e soci dello stesso gruppo editoriale che nulla hanno a che spartire con questa indagine”.


“Questo denaro è stato esclusivamente utilizzato per l’attività del Giornale della Toscana e delle aziende ad esso collegate. E comunque, a scanso di equivoci e di strane dietrologie, si tratta di risorse personali, frutto di enormi sacrifici economici fatti da me, dalla mia famiglia e dai miei soci”.
‘’Adesso basta! Da parecchi giorni, praticamente in tempo reale con gli arresti – osserva -, le redazioni di tutti i quotidiani e delle agenzie di stampa sono in possesso di una ‘’chiavetta’’, altrimenti detta ‘’pen drive’’, che contiene le oltre 14mila pagine dell’inchiesta relativa alla fantomatica P3. Non voglio passare per stupido, illudendomi che esista ancora il segreto istruttorio, diventato invece come l’araba fenice, ma allo stesso tempo non posso non notare che le notizie relative alla mia persona vengano distillate giorno dopo giorno, quasi vi fosse una regia, facendo finta che si entri all’improvviso in possesso di nuovi elementi’’.


‘’Tra l’altro – scrive Verdini – viene fatta una lettura assolutamente parziale e superficiale delle carte. Leggo per esempio da alcune agenzie le anticipazioni della prossima puntata di sospetti e veleni contro di me. Come se si trattasse di una novità, e non parte delle 14mila pagine ormai conosciute, salta fuori che la Guardia di Finanza avrebbe avuto l’incarico di verificare l’esistenza di miei conti correnti presso l’Unicredit e altre banche, come se vi avessi nascosto un fantomatico tesoretto illegale’’. Verdini assicura: ‘’Come ho già detto in relazione ad altri articoli simili e relativi a miei inesistenti conti all’estero, cerchino pure ma chiarisco fin da subito che l’unica banca presso la quale esistono rapporti attivi e depositi è quella che presiedo, cioè il Credito Cooperativo Fiorentino’’.