Lunedì il grande show, il piatto forte del cartellone con l’attore principe, ieri un pacato monologo riflessivo che ha lasciato spazio all’interazione con il pubblico.
Il palco è sempre lo stesso, Milanello, ma in scena, più che il secondo atto di uno spettacolo che avrebbe dovuto concludersi lunedì, va una rappresentazione diversa. Toni bassi, qualche sorriso di riflessione e risposte ponderate: Massimiliano Allegri si presenta alla
stampa e sembra quasi voler marcare le differenze tra lo spettacolo aì effetto, il varietà che ti lascia a
bocca aperta, e le performance tipiche degli attore impegnati che hanno l’obiettivo di far riflettere il
proprio pubblico.
Il nuovo tecnico del Milan cerca così’ di far capire come sarà l’universo rossonero del
dopo-Leonardo. La prima battuta è proprio per quell’autentico catalizzatore di attenzione che è stato lunedì
il presidente del Milan, che ha dispensato i suoi consigli tattici in maniera più o meno marcata. “Non ha esercitato alcuna pressione nei miei confronti – afferma serafico Allegri -. Ieri era la giornata del raduno
ed era giusto che parlasse il presidente. Le mie impressioni? Ha dimostrato grande concretezza, è una
persona diretta e le sue esternazioni vanno accettate”.
Il modus operandi del nuovo tecnico sarà semplice: “Cercherò di impostare coi ragazzi un rapporto di rispetto – dice -, una caratteristica fondamentale per lavorare con tranquillità”. Le distanze con l’Inter sono innegabili e così il pensiero del tecnico non può di
certo limitarsi a quel “vincere” proclamato ieri da Berlusconi: “La rosa, così com’è, dà ampie garanzie”,
afferma Allegri – che fin qui è sulla stessa lunghezza d’onda del suo presidente – ma poi arriva la precisazione: “L’obiettivo è quello di arrivare nei primi tre posti del campionato e di andare il più lontano possibile in Champions League. So bene che al Milan le responsabilità sono maggiori – aggiunge – ma io
volevo arrivare in cima e questa è una sfida inevitabile da raccogliere per chi vuole arrivare in alto”.
La
calma e la riflessione di Allegri non abbandonano mai la sala stampa di Milanello, soprattutto quando il
tecnico toscano recita la parola magica del suo lavoro: “Equlibrio”. Per ottenere i risultati sperati “sarà fondamentale, perché la qualità e l’agonismo non bastano”. Poco spazio ai singoli: gli unici destinatari delle
parole di Allegri sono Pato e Ronaldinho, quest’ultimo praticamente bloccato da Berlusconi che ne ha
dichiarato l’incedibilità.
“Pato è un giocatore straordinario e credo che per via della sua giovane età non
conosca neanche lui tutte le sue qualità fisiche e tecniche. Dinho? Ha qualità riconosciute in tutto il
mondo e farà la differenza ma deve mettersi a disposizione della squadra, così come i suoi compagni faranno con lui”. Il tutto sempre all’insegna dell’equilibrio, la parola chiave del lavoro di Allegri.
Ultimo
capitolo il calciomercato. Qui i toni si fanno ancora più seri e si capisce che le ingerenze del presidente allenatore lasceranno spazio alle scelte di chi è soltanto allenatore: “Gli uomini che ho a disposizione in
questo momento vanno più che bene – ammette – ma se dovesse partire qualcuno la società lo rimpiazzerà
con un giocatore da Milan”.
A chi gli chiede quanto di Allegri ci sarà nel nuovo Milan, il tecnico toscano risponde netto: “Ci sarà molto di mio, perché l’allenatore sono io e perché se sbaglio cacciano me.
Comunque non ci saranno rivoluzioni rispetto al passato, perché Leonardo ha lavorato bene e sarebbe presuntuoso da parte mia cambiare tutto”. Sono le ultime esternazioni prima che il sipario si chiuda e che le
luci soffuse che accompagnano il monologo riflessivo sfumino lentamente.