Crisi, niente vacanze per un italiano su due

ROMA – Aumentano gli italiani che rimarranno a casa questa estate: saranno il 46,3 per cento della popolazione, in forte crescita rispetto al 43,8 per cento dell’estate 2009. I motivi per i quali così tanti italiani non si muoveranno di casa, saranno dovuti nel 54,9 per cento dei casi a motivi economici, mentre la mancanza di soldi vera e propria è indicata dal 46,8 per cento dei non ‘viaggiatori’. Un altro 18,7 per cento dichiara motivi familiari, il 18,5 per cento denuncia motivi di lavoro ed il 16 per cento parla di motivi di salute. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dalla Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto Emg Ricerche.


La ricerca dimostra come cresce, del 20 per cento, la spesa stimata per la vacanza estiva. Rimane immutato il numero di italiani che nel quadrimestre estivo (giugno-settembre) trascorreranno una breve vacanza fuori dalle proprie mura domestiche, dormendo almeno una notte fuori casa. Saranno infatti il 51,3 per cento (rispetto al 51,2 per cento dell’estate 2009) gli italiani maggiorenni che hanno già fatto o si apprestano a fare vacanze da giugno a settembre, dormendo almeno una notte fuori casa. Gli indecisi, pur essendo già alla metà di luglio, sono solo il 2,4 per cento (rispetto al 5 per cento del 2009).


Nella generalità dei casi la vacanza estiva degli italiani sarà ‘consumata’ in località marine. Il 74,6 per cento preferirà la spiaggia (rispetto al 73,6 per cento del 2009) con il dettaglio che vede il 67,4 per cento che sceglierà il mare della Penisola o delle due isole maggiori, mentre il 7,2 per cento (in crescita rispetto al 6,1 per cento del 2009) si riverserà nelle isole minori. Segue in classifica generale la montagna con il 17,4 per cento delle preferenze (rispetto al 16,3 per cento del 2009) e le località d’arte con l’1,9 per cento (rispetto al 2,6 per cento del 2009). Stabili le località dei laghi con l’1,9 per cento di domanda (rispetto al 2 per cento del 2009) e le località termali dove si attesterà l’1,4 per cento della domanda complessiva italiana (rispetto all’1,3 per cento del 2009).


La spesa stimata per la vacanza estiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) sarà di 853 euro (rispetto ai 710 euro del 2009) per un +20 per cento rispetto all’estate scorsa. Nel dettaglio, per la vacanza principale in Italia verranno spesi in media a persona 764 euro rispetto ai 550 del 2009, incremento che come detto non porterà alcun valore aggiunto al settore, ma sconterà la fiammata inflazionistica di alcune voci di costo dei prodotti di consumo e l’aumento delle notti fuori casa. Per la vacanza oltreconfine la spesa media pro-capite si attesterà invece sui 1.065 euro rispetto ai 1.173 del 2009 a conferma di un minor costo della vita in alcune aree turistiche straniere che vede peraltro il prezzo dei vettori aerei (mezzo di trasporto prediletto per chi viaggia all’estero) diminuito di quasi l’1 per cento rispetto al 2009.


Tra le tipologie di soggiorno, scelte dagli italiani per trascorrere le proprie vacanze estive, l’albergo rimane il leader incontrastato, vedendo premiata, almeno in questo, l’accorta politica dei prezzi praticati in discesa. Il 34,6 per cento lo sceglierà rispetto al 31,8 per cento del 2009. Seguono, nell’ordine, l’appartamento in affitto con il 14,3 per cento (12,4 per cento nel 2009), la casa di proprietà con il 12,4 per cento (11,6 per cento nel 2009), la casa di parenti o amici con l’11,2 per cento rispetto al 14,8 per cento del 2009. In buona crescita il villaggio turistico con l’8,1 per cento (7,2 per cento nel 2009) ed il campeggio con il 7 per cento (6,5 per cento nel 2009), mentre calano i residence con il 3,6 per cento (4,4 per cento nel 2009), i bed&breakfast con il 2,1 (2,4 per cento nel 2009) e l’agriturismo con l’1,3 per cento (1,6 per cento nel 2009). Cresce infine il segmento crocieristico che passa dallo 0,8 per cento della domanda nazionale del 2009 all’1,3 per cento di quest’anno.


Agosto si impone ancora e sempre quale leader assoluto col 66,3 per cento della domanda rispetto al 64,5 per cento del 2009. Seguono luglio col 40,3 per cento rispetto al 37,8 per cento del 2009, giugno col 27,8 per cento rispetto al 28,2 per cento del 2009, e settembre col 19,5 per cento rispetto al 17,1 per cento del 2009.